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Giuseppe Ruggiero

Medico Psicoterapeuta e Poeta

Chi sono

Giuseppe Ruggiero

Giuseppe Ruggiero nasce nel 1956, a Napoli, città sospesa tra il vulcano e il mare.
Diventa medico per vocazione di cura, seguendo la strada che dalla conoscenza della mente lo spinge a coltivare i diversi linguaggi della creatività, finalizzati al cambiamento e alla crescita personale. Apprende, insegna ed applica i metodi della psicoterapia che cerca i punti di congiunzione tra parola e silenzio, tra anima individuale e collettiva, tra mondi in miniatura e mondi universali. Incontra ogni giorno bambini, adolescenti, coppie e famiglie, uno spaccato di umanità che vive il disagio di stare al mondo, in una terra baciata dal sole e ferita da antiche contraddizioni.

Con il tempo affina il suo stile, esplora la natura poetica e musicale della mente, con l’intento di trasformare la cura del dolore in un’esperienza delicata e profonda di ricerca della bellezza. Si ispira a diverse fonti: la “poiesis” di origine greca, riscoprendo il potere curativo della parola poetica; l’improvvisazione musicale, in particolare nel jazz, approfondendo la ricerca della sonorità e della ritmicità che sta dentro le parole, i gesti, i silenzi.

Riprende a scrivere versi, senza pensieri di guida, avvalendosi solo delle immagini che nascono da ciò che gli suggerisce il cuore.

Una di queste immagini ha la forma di una domanda: può la poesia contribuire alla pienezza dell’essere e alla gioia di vivere, sollevando il cuore pesante di chi si prende cura degli altri?

Ogni lunedì Giuseppe Ruggiero proporrà una sua poesia, accompagnata da un’immagine, come dono di riflessione per chi è impegnato in una relazione di cura e desidera fermarsi qualche attimo per sentire dentro di sé il nutrimento della parola e sintonizzarsi sulla creatività della visione.


Un Anno insieme alla poesia di Giuseppe Ruggiero

Clicca QUI per leggere il suo libro di poesie per il 2021.

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PROVE D’ORCHESTRA – LA NATURA MUSICALE DELLA PSICOTERAPIA

Libro di Giuseppe Ruggiero

Dentro ci sono le parole, le immagini, i suoni, i colori, gli odori della stanza di terapia. Ma soprattutto c’è gran parte della mia storia e delle mie passioni. “

Giuseppe Ruggiero

Che la musica abbia inizio!

“La psicoterapia è simile ad una partitura musicale, dove i musicisti sono anche compositori. Curare significa orchestrare, cioè far danzare insieme parole, immagini, emozioni, come se fossero tracce melodiche in cerca di un’armonia, per generare nuove forme vitali.
La metrica della relazione, che fonda lo sviluppo umano su basi musicali e ritmiche, diventa il cuore pulsante e creativo dell’esperienza terapeutica.
Il terapeuta deve tradurre la complessità del pensiero clinico in una semplicità del gesto e della parola, in modo che nel setting possano emergere momenti di autentico contatto con il proprio mondo interiore, aperture coraggiose verso il mondo dell’altro. Deve cioè essere in grado di stare nel processo, momento per momento, seguirne gli andamenti, gli imprevedibili arresti e le inaspettate riprese, come presupposto per coltivare una mente esteticamente orientata.
Come si fondono tra loro la natura poetica e musicale della mente all’interno dell’esperienza terapeutica?

Il testo ha l’intento di un saggio, ma si può leggere a tratti come un racconto, a tratti come un componimento poetico. L’Autore si sofferma sull’importanza del costrutto di improvvisazione, come elemento centrale della pratica clinica, e propone la costruzione di uno sguardo estetico, capace di valorizzare la natura musicale della psicoterapia, dove la tecnica cede il passo alla relazione, la parola alla voce, la voce al movimento e il linguaggio del corpo si rispecchia pienamente nel corpo del linguaggio.”

Clicca QUI per ascoltare la presentazione del libro.

 

Ritiri ed eventi

Articoli

L’imperfezione

Mi sono innamorato dell’imperfezione la brocca d’acqua sbeccata il ritardo del treno diretto a sud la parola fuori posto e la frutta dopo il pasto

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Guarire

Guarire è possibile se i nostri occhi contemplano la stessa stella una per due la stessa luce lo stesso desiderio di pace

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Azzurro

Ma non avevi detto che scrivevi poesie per l’Inverno? E con questo? È vero, sì l’ho detto, ma non capisco cosa c’è di strano a

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Che cosa resta

Che cosa resta di tanto camminare le strade dimenticano i passi per loro tutti uguali E del tanto dire e credere e aspettare che cosa

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Stupita

Stupita al mio cercare l’alba dentro l’imbrunire forse non conosceva ancora la voce del Maestro Dormiva su un giaciglio di spine come uno scoglio davanti

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Io resto

Sulle gote i graffi della vita il buco nero dei sogni perduti ignote le cause nel ripiegare stanco del fiume di lacrime indietro verso la

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Mare dentro

Mare dentro in un istante mi perdo e ti perdo il fondo contiene la vertigine Mare dentro la montagna la bocca del pesce l’uccello in

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Que sera, sera

Avremo arcobaleni? Sarà roseo il mattino di domani? Gli uccelli voleranno ancora liberi nel cielo? E pioverà abbastanza sui nostri cuori asciutti? Que sera sera

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Amen

Che ogni distanza sia annuncio di presenza Che la preghiera non abbia parole da dire ma cieli da scoprire Che lo sguardo sia lieve sulle

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Esiste ancora?

Dimmi la semplicità esiste ancora? Il gesto naturale di eleganza che fa bella la formula la piroette il passo di danza? Il silenzioso attendere senza

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Abbandonati

Abbandonati l’uno all’altro fugavano la paura di essere colti di sorpresa Si nutrivano senza consumarsi mai Si assorbivano come intestini che riflettono pensieri divini Bisogna

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La musica

Parlerei di musica anche tutta la notte insieme a te Io l’ascolterei la musica l’essenza di questa notte che ti parla di me Sono le

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L’amore

L’amore non si fa si crea come un dono un viatico di bene Porta pace nel piacere l’autunno ha in serbo per te le dolcezze

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Respiro

E poi gli occhi si chiudono da soli nessuna domanda nessuna risposta se non la carezza del respiro Mi sento vivo prima salivo poi scendevo

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Autunno

Dove ti sei nascosto dove hai fatto tana dove hai chiuso la tua pena a quale corda o stella l’hai affidata? Vedo la smorfia sul

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Dopo il diluvio

Guarderemo il mondo attraverso la luce fioca di una candela ci sfioreremo con le parole silenziose delle sere di dicembre spegneremo le luci di fuori

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Attivismo contemplativo