Monastero buddista di Cittaviveka, Regno Unito

1° agosto 2008.

Tratto dalla newsletter “Dhamma Tracks”

del 26 gennaio 2024

Quando siamo seduti la mente può sentire di non avere nulla da fare, dopo un po’ di silenzio si distrae cercando qualcosa con cui interagire, sorgono pensieri ed impressioni; la mente sente di non aver un posto dove stare ferma.

Si deve meditare e contenerla con un senso di determinazione che indirizzi l’attenzione in modo adeguato.

Il primo sforzo è l’intenzione di essere presenti, mettendo da parte questo tempo, il passato, il
futuro, il possibile, le cose irrisolte, i rimpianti e le energie di quei problemi e situazioni che ci fanno rimurginare e che ci influenzano; ci focalizziamo, invece, nel liberare lo spazio per fare in modo che l’energia non sia agitata, esaurita ed inconcludente, ma che sia diretta da questa inclinazione generale ad alleggerire per darci un po’ di sostegno.

Ci concentriamo sulle sensazioni di tutto il corpo, su ciò che ci fa sentire di avere un corpo: il suo calore, le pulsazioni, le pressioni e le sensazioni che variano, piacevoli o spiacevoli.

Stiamo con la sensazione dell’intero corpo.

Prima di tutto sentiamo di avere un corpo e ci stabiliamo davvero qui. Anche se siamo fermi, possiamo sentire una specie di leggera tensione nelle mani, come se stessimo per fare qualcosa o fossimo in uno stato di allerta. Ci predisponiamo come quando si va a letto per riposare, ci stabiliamo completamente nell’essere qui, portando questo messaggio nel corpo.

Ora dirigiamo l’attenzione sul torace, sentiamo le spalle rilassarsi, mentre lasciamo scendere le scapole giù verso la schiena, lungo le braccia fino alla punta delle dita come se non avessero la capacità di muoversi. In questo momento sono come le vostre maniche, appese lì, appoggiate in grembo. Portate l’attenzione sulle mani che sono programmate per suonare, giocherellare, agire, proteggere, allontanare, essere molto occupate, focalizzandovi sui palmi, sulle dita come per disattivarle con attenzione per tutta la durata della meditazione.

Naturalmente ci sono delle sensazioni, ma il potenziale di attivazione anche se è solo nelle mani ha un effetto sull’intero sistema, su ogni sua parte, sui nostri atteggiamenti, il nostro prepararci ad andare, a fare la prossima cosa, a continuare e voler far funzionare; tutte queste cose hanno un effetto a livello neurologico.

Quindi, non ci concentriamo sui contenuti, bensì sulla neurologia, sui nervi, sulla pressione a dover fare e la rilassiamo, mentre la stiamo percependo nel corpo, lungo le braccia, nelle mani, nelle spalle, nel viso, negli occhi, nella bocca, nella lingua. Il viso, la bocca sono zone del corpo spesso in movimento, pronte a gesticolare, ad esprimere; la lingua si muove per parlare, anche gli occhi si muovono veloci per guardarsi intorno, per osservare e riconoscere.

Dirigiamo l’attenzione intenzionalmente all’interno dei tessuti e delle energie nel viso, rilassiamo e semplicemente spegniamo il motore. Se non ci sentiamo ben stabili, possiamo tenere gli occhi aperti o socchiusi senza focalizzarci su qualcosa in particolare. Basta concentrarsi sui globi oculari, mantenendoli fermi, ma senza irrigidirli e questo aiuta, perché gli occhi si muovono insieme ai pensieri.

Tenendo gli occhi e lo sguardo fermi, ma leggermente aperti in modo focalizzato, la mente pensante tende così a calmarsi.

PAUSA

Sentite il vostro respiro e alla prossima espirazione cercate di allungarla completamente, potete provare una certa sensazione nell’addome mentre espirate verso il basso.

Ora focalizzatevi sulla sensazione di appoggio sul cuscino o sulla sedia alla base della colonna vertebrale, così ogni volta che espirate potete portare intenzionalmente un po’ più di gravità in quella parte del corpo, diventando ancorati, stabili con un vero senso di radicamento.

L’ espirazione, più di ogni altra sensazione fisica che ci viene dal respiro, consente di sentire quell’energia del lasciar andare alla terra.

PAUSE

Con l’inspirazione e l’espirazione potete percepire la solidità del corpo, estendendola lungo la colonna vertebrale. Così, attraverso la colonna vertebrale il corpo diventa connesso al suo centro e si sente radicato e stabile.

Sentite in profondità il corpo quando l’addome si alza e si abbassa mentre inspirate ed espirate.

La quiete è proprio in questo centro, con determinazione continuate a sintonizzarvi, portando l’attenzione lungo la schiena in modo che la testa, il cranio appoggino in cima a quest’asse dorsale e permettete a voi stessi di trovare il vostro equilibrio senza che ci sia tensione o sforzo nel collo che sostiene la testa, la testa è solo morbidamente poggiata sulla sommità della spina dorsale.

Potete rilassare il collo e la gola, le mascelle, mantenendo il contatto con la sensazione dell’ intero corpo con un suo centro stabile.

Ogni respiro è un’occasione per sentirlo e continuare ad adattarsi. Forse avvertite una resistenza al petto o alla gola, una leggera inclinazione o pressione dove non riuscite a rilassarvi del tutto.

LUNGA PAUSA

Percepite o se volete, immaginate lo spazio intorno e dietro di voi.

Se non ne siete consapevoli, potete avvertire una sorta di pressione dietro di voi o qualcosa del genere, ma solo visualizzando la parte posteriore del corpo, vi rendete conto che non c’è nulla per cui dover essere vigili, nulla da difendere.

C’è la sensazione di apertura nella schiena come quando si sta seduti con le spalle rivolte verso il fuoco, oppure sdraiati supini e la pelle si rilassa in profondità.

PAUSA

E’ come riposare su qualcosa. Tutta la parte anteriore del corpo è rilassata, il viso, il petto, l’addome. Anche la pelle viene sfiorata da una forza calda e delicata che potete semplicemente
accogliere, lasciando che le cellule, le terminazioni nervose possano aprirsi e gioire di qualcosa di delicato e non intrusivo.

È un po’ come l’effetto di un bagno. In ogni sua parte, il corpo sente che non ci sono ostacoli, niente per cui dover essere, nulla di invadente o di ostruttivo, nessun peso, nulla per cui resistere, e forse c’è anche qualcosa di spiacevole a cui aprirsi.

Datevi il tempo per osservare nei dettagli, se c’è qualche contrazione che viene dall’addome, potete aprire il torace, la gola.

Prendetevi tutto il tempo necessario per esplorare alcune di queste parti dove c’è ancora tensione e rilassate.

PAUSA

Ogni volta che inspiriamo, possiamo sentire l’intero corpo gonfiarsi ed aprirsi, non c’è un limite, si gonfia e si apre tanto quanto può fare, non c’è nulla che lo trattenga dall’ occupare tutto lo spazio.

Quando espirate, invece, il copo si ammorbidisce e si rilassa, potete lasciare che l’espirazione termini da sola e aspettare tranquillamente che arrivi l’ inspirazione successiva. Non c’è bisogno di forzare il respiro o di influenzarlo.

Ci possiamo concentrare sul processo stesso del respiro che si completa da solo e poi aspettiamo che arrivi l’inspirazione successiva. Com’è sentire quell’energia? E’ un’energia che non state governando voi, un’energia che non farà qualcosa o che deve fare, semplicemente lasciate che accada da sé, provando un senso di benessere e radicamento.

PAUSA

Siamo in sintonia con il cuore della pratica e ciò significa ricevere e dare a noi stessi questa possibilità, l’unica cosa da fare è riconoscere ogni tensione e con l’espirazione ammorbidire.

Non c’è nulla per cui essere preoccupati, non dobbiamo risolvere o essere bravi o persino meditare. Qualunque cosa si presenti con quell’energia, semplicemente la riconosciamo con il suo modello di stress pressante.

Non importa quale sia il contenuto, state unicamente con l’espirazione. E’ questo il motivo per cui siamo qui, sapere come ci si sente e come lasciare andare.

Anche solo per un istante potete sentirvi sollevati, liberi dallo stress.

In questo modo vi date la possibilità di approfondire come lo stress viene percepito a vari livelli, emotivamente nel corpo e come influenza gli schemi di pensiero, il modo in cui funzionano la vostra mente e il vostro cervello.

Avete adesso una nuova prospettiva quando sperimentate le sensazioni, che cosa le trasforma in stress, in azione, potete notare quelle energie che trasformano le sensazioni e i sentimenti in qualcosa e come iniziate ad attivarvi o da che cosa siete attivati, quali pensieri si presentano alla mente, che cosa li stimola. Possiamo vedere più chiaramente gli schemi della preoccupazione o della spinta a fare con un senso di agitazione.

In questo modo riuscite a capire come funziona il vostro sistema e sentire le energie sottostanti per trasformare la marea in una calma apertura.

PAUSA

Siamo giunti al termine della nostra meditazione e ci prendiamo tutto il tempo per sciogliere la postura, mantenendo il contatto con l’esperienza corporea, con il senso di stabilità e centratura della nostra presenza incarnata.

Potete sentire che i tessuti molli del corpo si muovono, pulsano e si riscaldano, ma il centro rimane fermo e stabile. Cercate di mantenere quella presenza centrale anche quando le cose si muovono e mutano.

Rimanete in contatto con il vostro centro immobile e così potete modificare anche il modo di relazionarvi con il mondo visivo. Non c’è bisogno di andare subito là fuori. Mantenendo questa fermezza interiore avete una scelta, potete lasciare che sia l’esterno a venire verso di voi.

Con la consapevolezza dell’esterno, del regno esterno, di ciò che sembra essere esterno e mantenendovi in sintonia con il vostro centro, il primo desiderio di relazione è con la liberazione, il benessere, la libertà dallo stress.

Possa io non recare danno a ciò che mi circonda e che tutto quello che mi circonda a sua volta non mi danneggi. E’ così che stabiliamo ciò che faremo nella nostra vita sulla base di questi principi: che tutti gli esseri possano stare bene e vivere in pace, che io possa stare bene.