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The tender bar

Al cuore del libro

Ci andavamo per ogni nostro bisogno. (…)
Il mio elenco personale di bisogni era lungo.(…)
Molto prima di avermi come cliente, il bar mi ha salvato. Mi ha ridato fiducia quando ero bambino, si è preso cura di me quando ero adolescente e mi ha accolto quand’ero un giovane uomo.(…)
Ognuno di noi ha un luogo sacro, un rifugio, dove il suo cuore è più puro, la sua mente più lucida, dove si sente più vicino a Dio o all’amore o alla verità o a qualunque cosa gli capiti di venerare. Nel bene e nel male, il mio luogo sacro era il bar di Steve. E poiché l’avevo scoperto durante l’infanzia, era ancora più sacro, avvolto dalla particolare reverenza che hanno i bambini per i posti in cui si sentono al sicuro.
(…)
Tutti i frequentatori abituali del bar di Steve amavano le metafore. Un vecchio bevitore di bourbon mi disse che la vita di un uomo è fatta di montagne e caverne: montagne che dobbiamo scalare, caverne in cui ci rifugiamo quando non siamo capaci di affrontare le montagne

Moehringer J.R., The Tender Bar, Il bar delle grandi speranze

Un bel libro, piacevole, che tuttavia mi ha dato modo di pensare molto e di riflettere sulla difficile arte del vivere e realizzare se stessi; la storia è semplice semplice: un ragazzino, in prima persona, racconta il suo percorso di crescita fatto di eventi, persone importanti, quotidianità. Il ragazzo in questione sembrerebbe inserito in un contesto in cui l’ambiente e le condizioni di partenza non sono certamente ideali. Eppure… eppure finito il libro, mentre bevo la mia tazza di tè e guardo i libri sul tavolo che aspettano di essere letti e penso che dovrei mettermi di impegno a fare i lavori di casa, mi chiedo in cosa consistano le condizioni ideali per crescere “bene” –belli e felici?-.
Esiste “La” –la maiuscola è voluta- ricetta giusta per diventare grandi, una sorta di elenco di condizioni ideali e favorenti? Di getto ti direi “ma certo!”: una famiglia amorevole –meglio se di buone condizioni economiche-, una bella casa confortevole, buona salute, essere intelligenti –e magari anche belli e simpatici-, la possibilità di frequentare buone scuole con insegnanti eccellenti ed empatici, corsi di musica e arte, sport, amicizie adeguate. Anche tu, di getto, penserai che sì, sarebbe bello ma che sono esagerata, sto proponendo una roba ideale ed irrealizzabile, che ciò che descrivo non è la realtà ma la casa delle fiabe: ti ricordo però che le fiabe, originali, sono grandi scuole di saggezza. Vogliamo pensare alla casetta nel bosco di Hansel e Gretel? Era di marzapane e di dolciumi meravigliosi e la vecchina un deliziosa nonnina prima di rivelare la sua vera natura, una strega intenzionata a mangiare i due bambini.
Quindi, se persino la casetta di marzapane non è un luogo incantato e perfetto, ma i bambini alla fine riusciranno a fuggire ed a salvarsi, forse la prospettiva da cui guardare le cose è un’altra: non gli eventi in sé ma il significato e l’uso che ognuno di noi riesce a farne. Insomma, parliamo di opportunità, che non sono necessariamente eventi meravigliosi e splendidi: la storia, passata e recente, è piena di personaggi noti e meno noti che hanno fatto i conti con vite durissime, financo traumi, apparentemente senza alcuna opportunità favorevole, che hanno realizzato se stessi e vissuto vite intense e piene di significato. Detta con altre parole, sono cresciuti e realizzato se stessi nonostante o, forse, proprio in forza delle difficoltà e degli ostacoli incontrati, dal significato che hanno saputo attribuirgli, dalle risorse a cui hanno saputo attingere, dagli aiuti che hanno utilizzato –fra cui anche persone speciali-.
Mi piace pensare alle difficoltà che si incontrano e come sono state affrontate. Non uso volutamente il termine “superate” perché mi riporta alla mente la vita come una sorta di corsa ad ostacoli, una gara dove, necessariamente, c’è chi supera e chi no. Mi piace invece pensare ad un sentiero di montagna, talvolta ripido e scosceso, talvolta pianeggiante, soleggiato o battuto dal brutto tempo, dove si cade, ci si rialza e si riprende a camminare, talvolta in solitaria altre in compagnia di compagni di viaggio. Non c’è giusto o sbagliato, bello o brutto. C’è la strada che percorro e quello che posso e riesco a fare. Semplice.

Il protagonista del romanzo riesce a trovare una risorsa importante in un bar, nelle storie e nel supporto degli avventori che formano una colorata famiglia, la famiglia del cuore. Il bar diventa il suo luogo sicuro. Ed è questo l’importante, trovare un proprio luogo sicuro, dove potercisi rifugiare e trovare conforto, sostegno, riparo.
Allora, amico lettore, ti suggerisco la lettura di questo libro perché nelle sue pagine potrai commuoverti, ridere, ritrovare assonanze con la tua storia, svagarti –apparentemente è un libro leggero- e magari provare a fare il gioco del “trova le opportunità”: sicuramente anche la tua vita è stata piena di imprevisti, ostacoli, eventi difficili che ti hanno reso la persona che sei. E magari trova un pochino di tempo per ringraziare per ogni opportunità che hai incontrato ed affrontato.
Il libro è bello e merita la lettura ma, anche qui, se non hai tanta voglia di leggere c’è la versione cinematografica che, ti assicuro, è davvero gradevole.
Buona ricerca.

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