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Tempesta madre | Gianni Solla

Al cuore del libro

“Scrivere mi serve per vedere il meccanismo delle cose. Le parole sono i muscoli e le ossa. A volte ti sembra che nella vita tutto succeda senza un motivo, invece il motivo c’è sempre, solo che all’inizio non lo vedi. Se una cosa la puoi scrivere, allora vuol dire che la puoi capire”

 

Oggi non è giornata. Sai quelle giornate in cui ti trascini fra una cosa e l’altra, fai mille cose, ma ti sembra di non concludere nulla, e il tempo non ti basta, e mentre fai una cosa pensi al resto che ancora dovresti fare, e se passi davanti allo specchio ti chiedi chi sia quell’essere stralunato? Non riesci nemmeno a mettere in ordine i pensieri e disperdi la tua giornata in mille cose. Borbotti, piagnucoli fra te e te. pensi che magari potresti chiamare un’amica, parlare con lei, ma sai bene che il caos in cui abiti oggi non puoi condividerlo. Ti senti sola.

Ma hai presente quelle giornate splendenti, dove la luce ti inonda fin dal primo momento in cui apri gli occhi, e sai che trascorrerai del tempo di qualità con qualche persona speciale, andrai a fare shopping, o forse non farai niente ed assaporerai ogni minuscolo istante di questa tua nuova giornata, e basterai a te stessa, e non ti sentirai sola.

In entrambi i casi, puoi regalarti un pezzetto di cielo e prenderti cura di te. Se ti fa stare bene, puoi mettere su della musica. Io generalmente preferisco il silenzio, chiudo gli occhi e respiro. E poi decido che sì, è ora di parlare con l’unica amica che oggi può starmi accanto e avere cura di me: prendo un foglio e una matita e scrivo. Mi piace usare un quaderno -certe volte, quando è nuovo, lo annuso persino-  e una penna stilografica. E così, con quaderno e penna, seduta alla scrivania come quando andavo a scuola inizio a scrivere pensieri così, a caso, senza un filo logico. Scrivo e scrivo come in questo momento, senza pensare, lasciando andare la mano, e mi  sembra che, lentamente, i pensieri siano più morbidi, leggeri, nuvole che magicamente cambiano forma e mi attraversano. Allora  inizio a sentirmi meglio. Il rumore si quieta, lentamente torno al silenzio

Qualche volta scrivo una lettera, mi piace scrivere avendo in mente un interlocutore a cui magari racconto pensieri che mai avrei il coraggio di svelargli nella realtà (e che quindi non spedisco…), altre volte un racconto, altre volte ancora, come oggi, scrivo senza l’intenzione di volere scrivere nulla ma semplicemente per capire “il meccanismo delle cose”.

La mia non è certo un’idea nuova. Pensa a quanti diari celebri avrai letto nella tua vita, e quanta vita avrai respirato in quelle pagine. Non è necessario tu sia uno scrittore, e nemmeno che tu scriva capolavori. Basta un pezzo di carta ed una matita. E poi lascia andare la mente razionale, quella che giudica e, lentamente, vedrai che sarà il cuore a scrivere e la mente potrà finalmente riposare tranquilla.

Se hai voglia puoi raccogliere ciò che scrivi, a me piace, sai, dopo un po’ di tempo andare a rileggere ciò che ho scritto e ritrovare una parte di me che non pensavo nemmeno di conoscere; oppure, se preferisci, scrivi quando ne senti l’urgenza su un pezzo di carta qualsiasi e poi buttalo. Scrivi per dare voce al tuo cuore, per mettere ordine al caos che troppo spesso ti abita, per silenziare il rumore quotidiano.

Il libro che ti suggerisco oggi è un bel romanzo. Una bella storia di un bambino che racconta il complesso rapporto con la sua famiglia, con la madre, ed il suo diventare uomo e come abbia trovato nella scrittura una bussola per orientarsi nel difficile mestiere di vivere. Non posso dirti che sia un libro leggero, da leggere sotto l’ombrellone, ma certamente un libro che ha molto da offrirti.

“-Perché scrivi tutto?

– Non lo so.

– Non si capisce niente

– Non c’è niente che si deve capire

– Allora perché le scrivi?

– Perché così le posso ricordare.”

 

Gianni Solla, Tempesta madre, Einaudi

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