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La biblioteca di mezzanotte | Matt Haig

Al cuore del libro

“È così facile rimanere intrappolati in una singola esistenza, immaginare che i momenti di tristezza o di tragedia o di fallimento o di paura siano il risultato di quella determinata esistenza. Che siano un effetto collaterale del condurre un certo tipo di vita, invece che la semplice conseguenza del vivere. Ciò che intendo dire è che sarebbe molto più semplice se capissimo che non esiste un modo di vivere che ci renda immuni dalla tristezza. E che la tristezza è parte intrinseca della trama della felicità. Non si può avere l’una senza l’altra. Naturalmente esistono gradi e misure diverse per entrambe. Ma non esiste una vita in cui si possa vivere in uno stato di perenne felicità. E credere che invece sia possibile non fa che generare altra infelicità nella vita che viviamo”

 

Hai voglia di un libro nuovo. Non hai in mente un titolo o un autore ma vaghi fra gli scaffali della libreria. Ogni tanto ti fermi, prendi un libro, lo sfogli distrattamente e ti dici no, questo no e lo rimetti al suo posto. È un pomeriggio caldo. Alla fine scegli un paio di classici letti negli anni di scuola che vuoi rileggere e, per puro caso, prendi anche questo. Ti piace la copertina blu e la parola “biblioteca” nel titolo. Ti sembra un libro leggero e scorrevole, un libro da vacanza. Ma poi te ne dimentichi e te lo ritrovi, per caso, fra le mani mentre ti godi la sera di fronte ad un lago alpino. Hai proprio bisogno di un romanzo leggero… invece… invece ti trovi a fare i conti con un libro bello, ben scritto, scorrevole ma tutt’altro che leggero. Volevi un libro per evadere, per non pensare: ti ritrovi a fare una revisione di vita!

Vivo l’illusione di avere il controllo sulla mia vita, di avere fatto scelte pensate e ponderate che mi hanno portato ad essere quella che sono, mi sento attore protagonista delle cose che ho realizzato. Un’illusione, appunto. In realtà le cose accadono, in ogni istante accadono milioni di possibilità, grandi e piccole, come camminare per una strada con continui incroci e fra le mille strade possibili puoi percorrerne una. Vorrei aggiungere la migliore per te in quel momento ma preferisco dire quella che tu in quel momento puoi percorrere.

Quando si parla di scelte si pensa alle scelte importanti, alle scelte per eccellenza, lavoro, indirizzo di studio, compagni di vita, figli… Uno è convinto che siano i grandi ideali a determinare le scelte mentre spesso è una concatenazione di eventi, di piccoli eventi, apparentemente casuali, fortuiti. “Perché la vita è fatta non soltanto delle cose che facciamo, ma anche di quelle che non facciamo. E ogni istante della nostra vita è come una… svolta.”

Eppure… penso alla gioia –magari preceduta da pensieri e da riflessioni- di quando scelgo una cosa, che sia un libro, una borsa, o qualcosa di importante. Ed è davvero un bel momento, ho scelto ciò che ritengo il meglio fra tante possibilità. Ma come sarebbe stato se la mia scelta fosse stata diversa?

Hai scelto un indirizzo di studio ma potevi scegliere altro, avresti incontrato persone diverse, avresti frequentato altri luoghi, la tua vita sarebbe stata diversa, sarebbe stata “altra”. Ti sei mai fermato a pensare come sarebbe ora la tua vita se la combinazione di scelte avesse preso altre direzioni? E ti chiedo di fare questo esercizio non con rancore o rimpianto ma come una sorta di analisi delle possibilità. Perché tu –io- ora sto vivendo solo una delle vite in un universo di possibilità.

Può essere un gioco pensare a come sarebbe stata la propria vita “se” ma un gioco fine a sé stesso. Più utile, fermarsi ora, e chiedersi, ora, quando sto per fare una scelta se veramente ho chiara la rosa delle possibilità, e prima di pescare dal cesto guardare cosa sto lasciando: davvero le altre opzioni hanno meno valore? davvero penso che la scelta che sto per fare sia l’unica possibile?… ne vale la pena? il prezzo che sto per pagare –perché pago sempre un prezzo- è equo? ciò che sto scegliendo è la cosa migliore per me in questo momento?

Abbiamo bisogno di spazio, amico mio, e di respiro “Quando si abita troppo a lungo in un posto si tende a dimenticare quanto sia vasto il mondo. Si perde il senso della latitudine e della longitudine. Nello stesso modo in cui, forse, è difficile percepire la vastità dentro ogni individuo.

Ma una volta che si percepisce questa vastità, una volta che qualcosa la fa emergere, allora affiora la speranza, che uno lo voglia o no, e ti si aggrappa con la stessa tenacia dei licheni che si aggrappano alle rocce.”

Come vedi non ti ho rovinato il piacere di leggere questo libro, che è un bel romanzo, perché non ti ho svelato nulla della trama. Ma anche un libro capitato per caso, un romanzo, può accendere pensieri e tracce di riflessione interessanti in una sera tranquilla davanti alle acque limpide di un lago alpino. Se sceglierai di leggerlo potrai anche tu giocare al gioco delle scelte infinite, ma con le caselle della tua vita. Buon gioco.

Matt Haig, La biblioteca della mezzanotte

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