Oggi il cielo sembra privo di nuvole.
Un invito a immaginare e a chiederci: esiste un cielo così limpido senza nemmeno una nuvola?
È questo il senso del maggio fiorito, che segue alla malinconia di un aprile appassito, tra amori pigri e scrosci di pioggia improvvisi e inattesi?
Forse il cielo non conosce questi nomi che abitano la mente umana, forse il cielo sta dalla parte del respiro, che non trattiene nulla, e sta dalla parte della vita, sempre, anche quando la vita sembra imboccare la curva della strada.
Siamo noi che abbiamo inventato le parole, mettendole al posto della voce, tradendo la fragilità del silenzio con la forza apparente del discorso.
Forse nemmeno la parola “cura”, così delicata e poetica, può esprimere completamente il significato di quella segreta simmetria che è l’essenza stessa dello sguardo che cura, del cuore che accoglie, del silenzio che nutre. La simmetria del dolore che risuona dentro e crea varchi invisibili, impercettibili, tra noi e gli altri, tra noi e il mondo, tra i sogni e le delusioni, tra la terra e il cielo.
Il cielo di maggio è questo segreto: nuvole bianche dentro l’azzurro, il vivere insieme al morire, una corrispondenza, una segreta simmetria che a noi non è permesso di capire.