“E ti vengo a cercare”
la poetica dell’amore nella visione di Franco Battiato.
La congiunzione all’inizio del testo sembra raccontare della continuità di un percorso che trova il suo pieno significato nella ricerca spirituale.
“E ti vengo a cercare…”
Con questo brano Battiato raggiunge forse l’apice più alto della sua poetica, indicandoci la strada per connettere l’amore umano con quello divino, il sentimento popolare con le meccaniche celesti, passando dal semplice innamoramento alla possibilità di evolvere insieme.
È il concetto di “coppia utile”, che ha una propria direzione, dove la presenza dell’uno può favorire la ricerca dell’essenza dell’altro e permettere così di emanciparsi dal gioco illusorio delle passioni, per “cercare l’Uno al di sopra del Bene e del Male”.
Ma per fare questo occorre “cambiare l’oggetto dei propri desideri”, o forse dare un valore diverso al desiderio, senza confonderlo con il bisogno, ma riconducendolo alla sua originaria natura etimologica: de-sidera, mancanza delle stelle.
Il desiderio si nutre di mancanza e di attesa e sa che in gioco è la stessa forza desiderante e non la sua realizzazione.
Da qui il valore della rinuncia agli aspetti egoici, connessi alla persona/maschera, per far emergere il nucleo autentico del proprio sè, quell’”immagine divina della realtà” di cui canta Battiato. L’invito ad andare oltre “le piccole gioie quotidiane”, oltre gli attaccamenti e le identificazioni che costellano la nostra esistenza, diventa un passo delicato per accedere ad una dimensione più elevata dell’Amore.
“Il rapimento mistico e sensuale” sta nella voce pulita e profonda di questo Maestro che ha dedicato gran parte della sua vita a cercare. Cercare un altro modo di stare al mondo, per trovare quel “centro di gravità permanente” che non ci faccia “mai cambiare idea sulle cose e sulla gente”, un punto stabile di osservazione e di ascolto di quello che ci accade dentro e fuori.
Amare è questa ricerca continua, instancabile, dell’Altro in sé e di sé nell’Altro.
“E ti vengo a cercare”
“Con la scusa di doverti parlare…”
Sì, perché in fondo di questo si tratta quando si parla dei nostri amori.
Una scusa, un pretesto per diventare migliori.