Cara morte

Nel cuore della cura
Ho visto la morte negli occhi 
i suoi non i miei 
ho avuto coraggio 
non ho tirato indietro lo sguardo 
ma fuori la voce 
tutta la voce che resta per dirle: 

cara morte, 
dammi ancora un po’ di tempo 
per favore 
ho tanti libri da leggere 
albe e tramonti 
da contemplare 
bocche e mani 
da sfiorare 
non voglio recuperare 
il bel tempo perduto 
ma solo restituire quello che ho ricevuto

Mi ha risposto 
la morte
-aveva uno strano accento arabo, 
i sogni si sa, sono bizzarri- 
che non è questione di tempo, 
un anno un mese 
un giorno un’ora 
non fa differenza. 
Poi ha passato 
la sua mano sulle vertebre, 
ho sentito freddo, 
per mettermi diritta la schiena 

Dopo di che 
è sparita 
come sparisce il dolore 
in una notte di luna piena
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