L’importante è che la morte mi colga vivo … nel bel mezzo di una piacevole occupazione come curare l’orto scrivere una poesia oppure guardare una vecchia fotografia con il cuore illuminato e senza alcuna nostalgia Vivo come il pulsare del desiderio negli occhi prima di spegnere la luce “torneremo ancora e ancora” solo se non saremo liberi di essere di camminare di lasciare andare
Alla fine di questo lungo maggio, che ha avuto odore di pioggia e purtroppo anche di dolore e di fango, desidero ringraziare tutti i lettori che ancora una volta hanno dedicato un po’ del loro tempo alle mie poesie. Chissà se avrete scoperto il filo invisibile che lega tra loro i versi di questo mese: dalla rosa che è una rosa, alla delicatezza di un haiku, alla ricerca di quel centro di gravità da cui osservare dentro e fuori con atteggiamento equanime, fino all’esperienza dello sguardo umano difronte alla silenziosa profondità dell’oceano. In ognuna di queste poesie c’è un riferimento a una canzone del grande Franco Battiato e anche in quest’ultima, il tema dell’eterno ritorno e del rapporto tra la vita e la morte, risuonano nella voce tremante dell’artista, in quelle sue accorate parole: torneremo ancora e ancora e ancora… Aspettiamo dunque che cosa ci riserverà il prossimo giugno, con la sua promessa di estate.