Angelo custode
che sei nella parte di cielo
che illumina
le nostre menti
e hai la faccia affaticata
della donna e dell’uomo
che si prendono cura delle nostre riserve
di aria e di amore
e stanno notte e giorno
a mettere la loro vita
nelle bocche di chi
non ha più parola
Tu che dormi
su una panchina rotta
di fronte al mare
e custodisci
il sacro sorriso
del bambino non ancora nato
che ancora non sa
quali braccia di mondo
si apriranno per lui
Angelo di vino e di poesia,
che adesso qui
si beve e si canta
in solitudine
o da una finestra aperta
si spalancano le gole
mai sazie di vita,
tu che trasformi
il mondo diviso
in un’immensa rete intrecciata
con i fili delle storie
che sciolgono nodi,
dipingono fiumi
e verdi vallate
per i nostri sogni di pace
Noi preghiamo per te
per le tue ali di cristallo e di luce
Non darci tregua
e confondi
tutti i nostri piccoli pensieri
scompiglia i numeri
dei vivi e dei morti
facci sentire la vibrazione
di un’unica mente
che pensa
e di uno stesso cuore che ama.
Angelo custode,
quello che ci sei
da quando eravamo bambini,
metti la tua fissa dimora tra gli stracci
di chi ancora dorme per strada
e non conosce epidemia
e sogna una casa allegra
dove stare in compagnia
Rimani abbracciato almeno tu
che lo puoi fare
tu che,
ali alle spalle,
non hai paura di volare.