“Come l’ape raccoglie il succo dei fiori, senza danneggiarne colore e profumo, così il saggio dimori nel mondo”

[Buddha]

 

Per tanto tempo mi sono chiesta perché gli apicoltori allevassero le api in arnie colorate a forma di cassette di legno. Ormai le api non sono più in grado di vivere in colonie autonome e l’uomo è diventato l’unica possibilità perché questa specie possa continuare a vivere. Paradossale, perché è stato proprio l’uomo negli ultimi 30 anni ad accerchiarle con pesticidi sempre più letali, inquinamento, malattie e parassiti, e il loro numero è calato drasticamente. Ho realizzato improvvisamente quante poche api vedessi svolazzare in giro liberamente rispetto a quando ero bambina. Ho quindi pensato di adottare un alveare, e poi un altro e poi ne ho regalati molti altri. Da apicoltori locali, affidabili guardiani delle api.

Per parecchi anni ho avuto paura del ronzio degli insetti. Da piccola una volta ho stretto un’ape in una mano mentre volava e lei mi ha punto. Si sentiva giustamente in pericolo e si è difesa. Ma le api sono pacifiche, in realtà, si irritano solo se percepiscono movimenti improvvisi verso il proprio alveare. Per l’alveare sono disposte a morire, un altruismo, da cui imparare. Si, perché se solo l’uomo potesse invertire la propria tendenza all’isolamento e alla noncuranza e imparare dalle api la bellezza di essere cura l’uno per l’altro, forse potremmo raggiungere il vero grande obiettivo a cui tutti tendiamo ossia vivere in un mondo migliore, dove poter essere nella compassione e nell’amorevole gentilezza. Questi sentimenti neutralizzano la sensazione di solitudine, ma scaturiscono unicamente da un atteggiamento verso gli altri esseri improntato alla premura e al rispetto.

Una sola ape bottinatrice produce l’equivalente di sole 7 gocce di miele in tutta la sua breve vita, lunga circa 30 giorni. Il tempo necessario per produrre il miele è di 2 mesi e per farne un chilo un’ape dovrebbe impollinare 4 milioni di fiori e volare per quasi 4 volte il giro della terra. L’ape raccoglitrice non beneficerà quindi del suo lavoro. Ma ciascuna ape lo porta avanti con assoluta generosità e devozione e non importa se è Regina, Fuco oppure ape Operaia. Un’ape operaia non si arrabbia perché vuole essere regina, non sente di essere poco riconosciuta nonostante il suo impegno quotidiano. È orgogliosa di fare la sua parte, di occuparsi della regina e dell’alveare per il bene comune e per permettere alla vita di proseguire. E così i fuchi sanno di avere la fondamentale funzione di fecondare la Regina, ma che saranno destinati alla morte dopo il periodo dell’accoppiamento perché non verranno più nutriti dalle operaie. Loro sono un vero Sangha, si sostengono reciprocamente e si proteggono nel momento del bisogno in cui è importante sentirsi al sicuro.

Ciò che produce felicità e gioia veramente autentica è la consapevolezza di avere uno scopo che vada oltre gli interessi strettamente personali e la sensazione di essere in connessione con gli altri e di appartenere ad un’unica grande sorgente. E le api lo sanno, da sempre: agiscono ispirate da compassione e genuina preoccupazione per gli altri membri della famiglia. Mi commuove quanta sacralità ci sia in un essere così piccolo, il cui cervello è grande solo 1 mm quadrato! È importante che l’uomo si prenda cura di sé stesso, ma senza dimenticare gli altri. Essere coscienti della presenza divina che abita ciascun essere e incontrare gli altri attraverso l’amorevole gentilezza. Rimparare ad essere dono.

Contribuire ad evitare l’estinzione delle api è un modo per farlo: dal loro lavoro di impollinazione dipende la quasi totalità della produzione agricola coltivata e spontanea e di tutto ciò che da essa deriva, quindi di ciò che mettiamo a tavola. Possiamo sostenere il progetto partito da Milano e ora proseguito dagli alunni dell’Istituto Comprensivo di Fiano, un comune di 3000 abitanti nella provincia di Torino: creare un’autostrada fiorita per le api che arrivi fino a 15 km, superando quelle realizzate in altri paesi europei. Vuol dire mettere a dimora chilometri di fiori e verde attraverso giardini pubblici e privati (balconi, giardini, aree verdi incolte…) e parchi per facilitare l’attraversamento dei paesi del nostro territorio agli insetti impollinatori. Ognuno di noi può partecipare piantando, in un vaso all’ingresso di casa, oppure sui viali, in cortile o nei prati, fiori di cui le piccole amiche sono ghiotte come, tra le altre, rose, viole, lavanda, girasoli, basilico, rosmarino, salvia, timo non contamiti con pesticidi. Le api potrebbero riprendere così ad essere in pace, libere e felici e noi potremmo vivere nello stesso loro Sangha più consapevoli di non essere nati per noi stessi e di essere profondamente connessi con tutti gli esseri della Terra. Onorando il loro dolcissimo miele, frutto del sacrificio di molte vite.

Salviamo Api e Agricoltori –> https://www.savebeesandfarmers.eu/ita/

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