“Bisogna credere nella musica, lasciarsi guidare, sentire che è il contatto terreno con Dio”.

[Ezio Bosso]

 

Sono stata colpita dalla lettura della storia di Suma, un elefante di 45 anni che viveva nello zoo di Zagabria e che, profondamente turbata dalla morte del suo compagno Patna, scomparso per un tumore, ha trovato supporto nella musica per superare la sua sofferenza. I custodi dello zoo hanno scoperto che provava conforto dall’ascolto della musica di Mozart – “si rilassa e si appoggia al recinto, chiude gli occhi ed ascolta immobile l’intero concerto”. Se includiamo l’amorevole gentilezza nella nostra vita ed apriamo il nostro cuore per donarlo agli atri esseri, scopriremmo che anche solo con questo gesto possiamo fare molto per animali che vivono la difficile permanenza in rifugi, canili o voliere o ancor peggio costretti nelle gabbie di zoo o circhi, calmandone l’ansia e alleviandone la sofferenza. Naturalmente sarebbe ancor più bello se potessero tornare liberi in un posto dove godere della compagnia di loro simili, ma nell’attesa che si chiudano definitivamente questi luoghi di costrizione, trasmettere musica classica può senz’altro alleviare almeno un pochino la loro condizione. Moltissimi studi parlano inoltre di effetti benefici della musica sugli animali: le mucche ad esempio aumentano la produzione di latte, i maiali ingrassano di più se allevati a suon di Mozart, le galline producono più uova e nelle pecore aumenta la produzione di lana.

Penso a quante volte è successo anche a me di ascoltare musica in momenti di tristezza o angoscia e di sentire sollievo e conforto. Oppure quando cantare a squarciagola ha accompagnato stati emotivi di gioia o di grande energia. Penso anche a tutte le volte in cui esco di casa lasciando i miei cani in compagnia della musica, in genere soft o classica a basso volume. L’auspicio è che possa dare loro un senso di sicurezza e protezione mentre sono soli. E in effetti è proprio così, la musica parla un linguaggio universale ed è in grado di influire positivamente sia sulle emozioni degli animali che degli esseri umani.

Forse per questa ragione è stata da sempre associata al divino, perché porta l’essere umano a trascendere sé stesso facendolo sentire come la piccola parte di un mondo più grande. E non a caso esiste una frequenza considerata “naturale” poiché capace di creare maggior armonicità con la natura e con i processi fisiologici dell’organismo. Ed è la musica a 432 HZ, interconnessa ai processi fisiologici del DNA, del cervello e al chakra del cuore, ma anche alla vibrazione cosmica e alla luce. I mantra di guarigione che accompagnano la pratica dello yoga e della meditazione sono infatti ad una frequenza di 432 Hz, che riequilibra il corpo e per effetto vibrazionale anche la natura circostante, riattivando il primordiale equilibrio di pace e benessere. Anche Mozart con i suoi accordi ha sostenuto una musica suonata a questa frequenza.

Allora penso che meditare con gli animali a suon di musica potrebbe offrirci un’esperienza ancora più profonda di contatto con la sorgente e di possibile guarigione. La musica insieme alla pratica con gli animali diventa un amplificatore di sensazioni positive e fonte di benessere al quadrato, permettendoci di entrare nella profondità del nostro essere, ed ospitare l’infinito di cui siamo abitati. Il nostro gatto, ad esempio, che possiede un udito tra i più fini del regno animale, sappiamo che preferisce la musica classica e non ama i rumori forti. Ma quando ci rilassiamo attraverso la musica oppure pratichiamo la meditazione o lo yoga a suon di musica sacra, lui sente il nostro corpo e le nostre sensazioni e puntualmente cerca il contatto con noi accovacciandosi sulle nostre gambe oppure “fa la pasta” su di noi, aiutandoci e supportandoci nella guarigione. La musica può aiutarci a capire meglio il nostro mondo interiore di pensieri, emozioni e sentimenti, ma può favorire ancor più la connessione e la guarigione che reciprocamente uomo e animale si possono donare. Provando a meditare nel bosco con Mozart come sottofondo, ad esempio ho sperimentato un senso di espansione e connessione con la vastità del bosco e degli animali che lo abitano. La percezione del canto nitido e soave di ciascun uccello aveva per me la stessa qualità del ronzio degli insetti che sembravano cercare la mia vicinanza o del battito di ali delle farfalle che mi svolazzavano intorno. Forse la stessa intensità di sensazioni e benessere è stata vissuta ad Arezzo (progetto Tobees), dove alcuni musicisti hanno iniziato a suonare per le api con violini e sintetizzatori. Attraverso alcuni sensori sofisticati, hanno trasformato il ronzio delle api e i loro movimenti in suoni. Unendoli ai suoni acustici dei violini, è stato possibile generare reciproca guarigione tra l’uomo e l’animale: il ronzio delle api, spesso dall’uomo associato ad una sensazione negativa, è stato trasformato in musica e portato a produrre, all’opposto, una sensazione positiva, producendo rilassamento nelle persone. E anche le api sembravano stare bene nell’ascoltare la musica acustica del violino.

La musica può essere quindi un ponte che permette di far vibrare tutti i cuori in armonia, permettendoci di vedere la bellezza che abita in noi e negli animali con cui siamo interconnessi. Siamo una singola splendida nota sulla terra, ma vibrando all’unisono con le altre miriadi di note esistenti, possiamo realizzare la magnifica melodia che è la vita, donando beneficio all’intero pianeta e a chi lo abita.

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