La gentilezza dovrebbe diventare il modo naturale della vita, non l’eccezione 
[Buddha]

Giorni di festa, è quasi Natale…sento il calore nell’aria, nel cuore. Ripenso a quando, da bambina, facevamo l’albero e tutta la famiglia si ritrovava a casa della nonna, a me tanto cara…momenti di gioia immensa! Dai miei genitori, c’era sempre anche un piccolo presepe, che stavo a guardare a lungo colpita dalla presenza del bue e dell’asinello che scaldavano il neonato bambino Gesù nella stalla. Mi ha sempre suscitato moltissima tenerezza pensare che, in un momento così dolce e sacro quale è la nascita, questo neonato venisse circondato prima di tutto da animali. Secondo i Vangeli Apocrifi l’immagine simboleggia la capacità che soltanto gli animali hanno avuto nel riconoscere e onorare il loro padrone, il Salvatore, mente gli umani, il Popolo di Israele si ribellò a lui. Nella Bibbia l’asino è uno degli animali più spesso citati: è un asino che ha accompagnato Abramo nella Terra Promessa, la Sacra Famiglia arriva a Betlemme sul dorso dell’asino e si riunisce nella stalla insieme ai suoi fedeli animali, e pure è stato su un’asina che Gesù è entrato a Gerusalemme una settimana prima della sua Passione. Da sempre è fedele e umile amico dell’uomo nel lavoro e nella vita, ancor prima di altri animali domestici.  Con il suo passo lento e sicuro, lo sguardo fintamente mogio, ma in realtà riflessivo e vigile, le orecchie lunghe e attente, è stato un ottimo compagno di viaggio. Penso…Ma come è possibile che l’asino sia stato descritto nella storia come solo ricco di difetti e sia stata di lui tramandata un’immagine prevalentemente negativa? Animale sciocco, imprevedibilmente pronto al calcio ed estremamente testardo. A tal punto che ai bambini che non riuscivano a scuola un tempo veniva fatto indossare un cappello con le orecchie d’asino! Nonostante accompagni l’uomo da svariati millenni forse solo ora si inizia finalmente a comprendere il vero animo dell’asino, sensibile e gentile, la sua estrema intelligenza e il suo comportamento. Comprendere significa anche imparare. A relazionarsi con lui nel modo giusto per potersi donare reciprocamente sostegno e amore. Ho iniziato a capire il mondo interiore dell’asino, visitando l’associazione SIFE_ Asino Felice (Scuola Italiana Formazione Equidi) che si trova vicino a Torino. Ho scoperto che ai suoi occhi noi siamo dei potenziali predatori, e questo mi ha fatto ripensare a tutte volte in cui l’uomo nelle migliaia di anni e ancora oggi, ha approcciato a lui con durezza..quanta sofferenza a questo compagno così fedele!. Allora non sarebbe meglio rassicurarlo anziché forzarlo tirandolo forte con la corda per farlo avanzare? L’asinello sa stare. E’ riflessivo, osserva gli ostacoli prima di avanzare. Quando è assalito o cacciato da un predatore, ad esempio, non scappa come farebbe un cavallo, poiché si stancherebbe troppo e prima o poi verrebbe preso. La sua strategia è quella di stare fermo, sentire cosa accade per poterlo prevedere e affrontare nel modo giusto, calciando o mordendo. Il predatore lui lo affronta. L’asinello è in grado di sentire a distanza l’altro essere vivente, i battiti del cuore e la respirazione, quindi coglie le intenzioni dell’altro attraverso i segnali corporei. Se sei una persona ansiosa lui si allontana, perché sente che potresti essere un pericolo, e preferisce circondarsi di esseri quieti, le cui intenzioni sono positive. Coinvolto in attività didattiche o di Pet Therapy per la sua dolcezza e mitezza, può invece sentirsi assai spaventato dall’agitarsi di bambini o adulti che lo toccano con insistenza, ma non esteriorizzerà lo stress. Eppure per noi la carezza è associata alla coccola! La carezza può essere quindi un premio, oppure a volte un messaggio controproducente. Penso a tutte le volte in cui ho imposto la mia carezza, a quante volte forse non fosse gradita e io pensavo, invece di portare amore. Dovrei imparare a stare ferma, e ascoltare a lungo prima di muovere anche solo una carezza. Potrei forse capire davvero quando è ora, momento giusto, luogo, persona, animale, oppure non lo è. Ma come è difficile! Quando protende il muso verso di te con quegli occhi teneri che sembrano richiederla, sta forse invece provando ad invadere il tuo spazio personale per capire quale ruolo occuperai in questo particolare branco composto da lui e te…Si perché l’asinello è un animale da branco e nel branco vengono definiti continuamente i ranghi e le funzioni del gruppo: guida, gregario, guardiano, anche in base al carattere di ciascuno, estroverso e coraggioso, curioso e propositivo, oppure introverso e pauroso. Eppure per l’asino il gruppo sociale è convivialità e uguaglianza. Ama collaborare, non obbedire. Basandosi sul suo bisogno naturale di compagnia, l’asino riesce a superare le difficoltà. E a farle superare agli altri. Come parte del branco, anche noi siamo considerati membri della “famiglia”, e potremmo stabilire una relazione di fiducia reciproca, serena e rispettosa del suo modo di essere, e godere così della sua innata gentilezza. Anche gli asinelli maltrattati che Lisa, la fondatrice dell’Asino Felice, recupera in tutta l’Italia, sono aiutati dagli altri asini nel superare le loro difficoltà, e stando nel branco, questo spesso accade. E’ possibile portare calore e presenza agli altri come fa l’asinello, con il suo respiro e la sua innata gentilezza? In alcune pratiche di meditazione “Metta”, della gentilezza amorevole, attraverso il calore del respiro, possiamo sviluppare compassione e benevolenza prima di tutto verso noi stessi e poi verso gli altri esseri viventi del mondo intero. Quanto è difficile a volte fare questo con le persone che ci sembrano ostili..ma sono invece proprio quelle che hanno più bisogno del branco, e quindi dell’amorevole gentilezza di tutti noi, anche a distanza di chilometri, per superare le ferite subite e ritrovare calma e benessere.

 

Questo Natale, adottiamo un asinello. Aiuteremo il branco a sopravvivere e l’Associazione Asino Felice ad accoglierne sempre di pù. (https://www.asinofelice.com/)

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