A. Sucitto – Newsletter Tracce di Dharma, 13/12/2024.
Nella nostra vita di solito ci lasciamo guidare dai pensieri, da cosa crediamo, pensiamo e pianifichiamo, da come ci organizziamo. Pensieri su noi stessi, gli altri, il futuro, il passato, pensieri di giudizio nei confronti di fatti e opinioni. Tutto si basa sul nostro modo di pensare e di percepire le cose. Abbiamo una forte inclinazione a seguire ciò che muove il cuore, in particolare le emozioni: gioia, tristezza, rabbia, l’eccitazione. Siamo mossi dai pensieri e dalle emozioni, ma se osserviamo in profondità non c’è una vera pace, non c’è calma o completezza, c’è solo il movimento da una cosa alla successiva ed è piuttosto stancante.
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Tutto questo è sempre relativo, ci sentiamo arrabbiati nei confronti di qualcosa che passerà.
Un carico di sensazioni, pensieri, idee che attraversano il nostro organismo e nel momento in cui sono presenti ne siamo motivati, ma poi cambiano e passano. PAUSA
Durante la meditazione rispettiamo i pensieri e le emozioni, ne riconosciamo il limite. Si vede la mente operare mediante un altro processo di intelligenza che potremmo chiamare consapevolezza.
Con la meditazione pratichiamo la consapevolezza ed è piuttosto simile alla qualità dell’ascolto, il sentire le cose attraverso la pelle, le terminazioni nervose, si potrebbe definire una conoscenza viscerale. Non c’è una conclusione a questo processo, il suo scopo non è giungere ad una conclusione, non si fa per trovare ciò che è giusto o sbagliato, buono o cattivo, oppure per conoscere il futuro, il passato o qualcosa in più su noi stessi o gli altri.
Si tratta solo di trovare quel luogo di calma dove c’è la sensazione di completezza, di apertura. Questo è anche il luogo che consente ai nostri pensieri ed emozioni di muoversi e di cambiare, di completare se stessi. Sentiamo di raggiungere la fine di quella storia interiore nella nostra testa, o quel senso di dolore e di delusione.
La consapevolezza e’ uno spazio aperto che consente a queste energie di muoversi e di essere liberate. Iniziamo, così, dal corpo e da ciò che il corpo ci può offrire in termini di stabilità e presenza: le sue sottili energie che ne sono la base.
Si percepisce il senso di avere una forma fisica; non si tratta di sensazioni corporee, ma del fatto di avere un corpo. Non è la sensazione, bensì la conoscenza della sensazione, la conoscenza del senso del corpo, della sua stabilità e connessione alla terra, del suo vibrare o di qualsiasi cosa ci sia in questo momento.
Il corpo è avvolto dalla consapevolezza. Manteniamo la consapevolezza senza cambiare nulla per poter sentire in modo più chiaro com’è; consentiamo al corpo di essere così com’è senza alcuna interpretazione. PAUSA
Se è stanco, sappiamo cosa significa, ne siamo consapevoli, se e’ agitato ne siamo consapevoli. Quando è in equilibrio, sbilanciato, pieno di energia o di qualsiasi altra cosa si tratti, sappiamo che questo è il suo stato in questo momento. PAUSA
Abbiamo bisogno di un po’ di tempo per stabilirci nel corpo senza inseguire ogni altra cosa, semplicemente ricordiamo a noi stessi di riportare l’attenzione al respiro, facendo una profonda inspirazione, percependo la base della spina dorsale, la sensazione della pressione del corpo seduto. C’è solo questo, chiediamo all’ attenzione di stabilirsi in quel punto e così la qualità della consapevolezza diventa più evidente. PAUSA
E ‘ un modo speciale di portare l’attenzione alle cose. Di solito la mente le attira a sé e ci agitiamo, questo è il tipo di attenzione irrequieta, mentre l’attenzione che stiamo praticando e’ stabile, calmante, rilassata.
Non facciamo nulla col corpo, stiamo solo ascoltando le sensazioni intense, sottili, le tensioni, i cambiamenti che si verificano.
Lasciamo che il corpo si esprima, a volte sembra volersi allungare un po’, respirare più profondamente, oppure il respiro rallenta. Non lo teniamo in modo rigido, ma leggero, sensibile, con consapevolezza. PAUSA
Possiamo sentire se ci sono delle parti che richiedono più attenzione o che sembrano più cariche e si percepisce una maggiore agitazione: nel petto, in gola o della tensione nella schiena o in altre parti dove le sensazioni sono più intense e sembrano chiedere aiuto.
Portiamo la nostra attenzione in quel puntato, poiché l’attenzione è rivolta ad ammorbidire, ad aprirci a ciò che chiamiamo consapevolezza. Un’attenzione non troppo focalizzata, ma piuttosto simile ad una spaziosità avvolgente nell’ascolto del corpo. PAUSA
Si può ascoltare la struttura delle ossa e la sensazione che procura. Un buon modo per ascoltare il corpo e’ quello di sentire il respiro, non tanto l’aria che entra ed esce, bensì il flusso ritmico. Questa è una misura sensibile di ciò che sta accadendo al suo interno, se è agitato, nervoso o rilassato.
Sentiamo come sta fluendo il respiro, se è intrappolato da qualche parte oppure tranquillo.
Siamo consapevoli dell’inspirazione e dell’espirazione, ascoltiamo, vediamo cosa sta succedendo. PAUSA
Durante la meditazione si praticano alcune qualità basilari come il senso di radicamento. Se continuiamo ad essere reattivi, ci possiamo aprire al senso di stabilità: ‘siamo qui, e’ così’.
Non c’è un posto dove dover andare, c’è solo il senso di radicamento. E’ importante continuare a rimanere in contatto con questa sensazione. La qualità della consapevolezza è radicata, ci permette di percepire l’esperienza ritmica di tutto il nostro sistema nervoso che può essere lento o veloce, ma che in entrambe i casi giunge in forma di onde.
L’inspirazione e l’espirazione giungono come onde. Lo stesso per le sensazioni che si manifestano a velocità diverse.
Siamo consapevoli del cambiamento, seguendo questo flusso, notando ogni particolare impressione sorgere, gli stati d’animo verso cui la mente e l’attenzione si rivolgono: eventi del passato o qualsiasi altra cosa si stia provando. Se ci sentiamo frustrati o sopraffatti lo notiamo, accogliendo questi stati mentali e le sensazioni con apertura ed accettazione come forme di energia.
Lo stesso respiro è una forma. Forme di energia che ci attraversano, si muovono.
Manteniamo la consapevolezza più ampia. La consapevolezza che tende a contrarsi e a rimanere intrappolata in tutto questo, al contrario, la manteniamo più ampia, più spaziosa dei pensieri, delle percezioni, delle sensazioni e degli stati d’animo con un atteggiamento di empatia ed accettazione: ‘va bene così, va bene così’. PAUSA
Cerchiamo di ricordare che non dobbiamo arrivare ad una conclusione, ad una finalità.
Stiamo con questo senso del conoscere, del sentire i pensieri e le emozioni dall’esterno, invece di essere coinvolti nel racconto mentale o in qualsiasi altra cosa portino con sé.
Stiamo testimoniando come si manifestano: se sono veloci, intensi, forti, agitati, insistenti.
Che cosa fanno? Girano in in tondo, muovendosi vorticosamente oppure hanno degli effetti sul corpo, attivando maggiormente una parte particolare del corpo: lo stomaco, il viso, la gola.
Incontriamo queste forme di energia, sapendo cosa c’è da conoscere, mantenendo il senso dello spazio intorno, accettando la presenza di queste forme con gentilezza. PAUSA
Semplicemente sentire così come le percepiamo, permettendo a noi stessi di esserne toccati.
Una consapevolezza pesante prende tutto questo troppo seriamente. La leggerezza, invece, consente di sentire ogni manifestazione così come viene sentita. Ci consente di essere toccati da qualsiasi cosa ci stia accadendo con un senso di empatia, meraviglia, gioia, compassione. Sentiamo se c’è qualcosa che porta con sé una di queste sensazioni.
Un po’ come il silenzio che può essere gioioso, bello.
Queste qualità le cerchiamo nella consapevolezza in modo da essere presenti con ciò che sta succedendo nella nostra vita. Approfondendo e apprezzando la qualità della consapevolezza portiamo la mente ed i sensi a stabilirsi in essa. Dobbiamo comprendere la qualità del dimorare e dell’apprezzare la consapevolezza stessa. PAUSA
Negli ultimi minuti di meditazione, se lo desideriamo, possiamo dimorare in una particolare aspirazione o una qualità che abbiamo sperimentato nel corpo: radicamento, spaziosità, benevolenza. Un’energia adeguata, che ci fa stare bene in questo momento; potremmo sentire il bisogno di stare tranquilli o di muoverci, percepiamo qualcosa più a livello del cuore o del corpo. Vediamo se vogliamo ritornare in questo campo più attivo, portando con noi qualcosa della meditazione.
[Traduzione a cura di Grazia Cafolla]