“[La performance] è l’esibizione o il funzionamento di qualcosa,
a cui segue necessariamente una valutazione positiva o negativa”

“La società della performance rappresenta un sistema di formule e tecniche
che presumono di poter controllare e soddisfare l’essere umano,
ma che lo gettano in uno stato di perenne insoddisfazione,
perché sottraggono alla vita ciò che dà senso alla vita:
sostituiscono la vocazione con il talento,
l’esperienza con la performance,
lo spirituale con il commerciale.
In questo senso,
la società della performance sostituisce il sacro col profano”

 

 

Caro lettore, lettrice, bentornato/a in questa nuova pagina di “a modo mio”.

Potremmo pensare di essere liberi. Ma, ad un esame più attento, potremmo invece scoprire di essere come imprigionati in una “caverna platonica”, intrappolati nell’illusione che la felicità consista nell’accrescere continuamente il nostro benessere materiale e la nostra popolarità nel mondo. Nella caverna della società della performance, dominata dal consumismo, dai social networks, dai dati e dal progresso tecnologico, tutto diventa commercializzabile e può essere usato per fare marketing o guadagnare notorietà. Ecco allora che l’essere umano, oltre a trasformarsi in un accanito produttore e consumatore di merci, diventa esso stesso merce, marchio, progetto, da pubblicizzare sui social networks e in ogni momento della vita, cercando continuamente popolarità, a costo di nascondere le parti di sé più autentiche per paura della disapprovazione altrui. Dall’altra parte, una “platea” di persone pronte a giudicare in pochi secondi, con un superficiale “vale o non vale”, in base alla sola performance corrente, tralasciando completamente la storia, le competenze e la complessità dell’individuo. Questo modo di agire diventa il principale modo di entrare in relazione con gli altri. I rapporti umani si raffreddano e si irrigidiscono, diventano competitivi, ed il senso di “felicità”, considerato puramente individuale, ci priva di senso di appartenenza ad una comunità. E’ la società dell’Io che ha dimenticato l’incontro sacro con l’Altro,  che non conosce più il Noi. E’ la società delle maschere che non conosce più l’autenticità, che sostituisce l’espressione di sé con l’esibizione di sé, l’esperienza con la performance. E’ la società della ricerca di benessere e visibilità che non conosce più la ricerca del senso della vita e di cosa ci nutra realmente dandoci maggiore stabilità e pienezza interiore.

Manipolati nei gusti, istigati a desiderare sempre di più e immediatamente, indotti a cercare sempre più notorietà, viviamo in balia delle nostre paure e pulsioni, attaccamenti ed avversioni, eternamente insoddisfatti, alienati dalla parte più autentica di noi stessi. E diventiamo così più prevedibili, manipolabili da parte di mercati, industrie, politica e mondo del lavoro. Come tornare allora ad essere più liberi ? Gli autori di questo libro, scrittori e filosofi, ci guidano in un percorso di consapevolezza per risvegliarci alla realtà di accaniti produttori e consumatori di performance che siamo diventati, per poi scappare dalla caverna che ci imprigiona, alla ricerca del nostro vero sé più profondo, del senso di meraviglia, di mistero, di sacro … fino a trovare la nostra vera vocazione, che dona vero senso alla nostra vita. Ritrovata la luce, potremo tornare alla quotidianità e viverla in modo diverso, più pieno e consapevole, riscoprendo il senso di comunità, mettendo a servizio degli altri la nostra esperienza e mostrando il sorriso e le mani aperte a chi ancora vive di performance. Potremo finalmente iniziare ad usare i potenti mezzi della tecnica con scopi più nobili e con maggiore consapevolezza, al servizio dell’umanità. Per un’umanità migliore, più autentica, più reale, più vera. Più etica e più creativa. E più libera, da condizionamenti e performance:

 

“Lasciati guidare dai segni con cui ti parla l’anima mundi:
gira a destra se un gatto particolarmente interessante volta a destra,
e cammina sul filo della follia seguendo un ciclista “a caso”.
Pratica la bellezza e immergiti in ogni forma di insurrezione al brutto […].
E vaga a fondo e senza meta anche nella cultura, nella letteratura, nelle relazioni umane,
lasciandoti ispirare dalla meraviglia”

Buona lettura e buone ispirazioni.

[Maurizio Brigandì, volontario progetto PienEssere APS]