“L’esperienza spirituale autentica è esperienza del contatto
con la dimensione che definiamo “sacra” o “divina”
per indicare qualcosa di radicalmente altro dall’esperienza ordinaria.
Tuttavia, benché sia radicalmente altra,
sperimentare questa dimensione è anche possibile a tutti
perché essa non si trova in un altrove ma vive nella nostra stessa interiorità
anzi, è la nostra più profonda ed essenziale interiorità,
in cui l’individuale può arrivare a scoprire la propria identità con l’universale,
come un’onda che si riconosce mare“.
“Una via spirituale non è qualcosa di separato , di lontano dalla vita ordinaria ,
al contrario è la trasformazione della vita ordinaria in straordinaria quotidianità”.
Caro lettore, lettrice, bentornato/a in questa nuova pagina di “a modo mio”.
Oggi ti propongo la lettura di questo libro – “Fratelli spirituali” – scritto da Raffaella Arrobbio, filosofa e piscoterapeuta, studiosa e praticante di Buddadharma, da sempre interessata al dialogo tra Buddhismo e Cristianesimo e in generale tra sapienza antica Occidentale e Orientale. E’ un libro che parla di spiritualità con un approccio pragmatico che deriva dalla lettura diretta delle parole del Buddha e di Gesù, tralasciando le istituzioni create sopra questi insegnamenti, le questioni filosofiche e religiose, le sovrastrutture concettuali che nei millenni hanno irrigidito queste tradizioni spirituali. E’ un invito all’esperienza spirituale diretta, a vivere le parole di Cristo e del Buddha, a scoprire l’unità essenziale tra i due insegnamenti:
“L’esperienza interiore che andava sviluppandosi negli anni di studio e meditazione a poco a poco è entrata in risonanza con le parole dell’insegnamento evangelico e le ha riconosciute come attraverso una lente di ingrandimento. Ha così trovato conferma nell’esperienza interiore – formata nei decenni di meditazione e riflessione – quella visione intuitiva dell’unità essenziale tra le parole del Buddadharma e quelle dei Vangeli, unità dipendente dal fatto che in esse si esprime la stessa esperienza spirituale”.
Dietro l’apparente diversità di colori che li contraddistingue, vi è una medesima luce, un medesimo intento: quello di svelare e raggiungere il tesoro dentro noi, il Regno dei Cieli (per il Cristianesimo) o la nostra natura di Buddha (per il Buddhismo), da sempre presenti in noi ma nascosti. Nei Vangeli, ad esempio, leggiamo queste frasi:
“Il Regno di Dio è dentro di voi”
“State attenti a voi stessi”
“Chi vuole seguirmi rinneghi sé stesso”
“Amerai il prossimo tuo come te stesso”
“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”
“La verità vi farà liberi “
che esprimono in modo diverso lo stesso invito buddhista a trovare il tesoro dentro la nostra interiorità e a sviluppare una consapevolezza vigilante che ci permetta in ogni momento di rinunciare all’attaccamento “a se stessi”, alla dimensione egoica che si confronta continuamente con gli altri e pretende di essere migliore, alla volontà appropriativa, alla dimensione ordinaria individuale dualistica che ci fa percepire una falsa sensazione di separatezza da tutto e da tutti. Questa rinuncia ci permette di arrivare alla verità ultima del “semplice fluire interdipendente di tutto in tutto” e di aprire il nostro cuore, di giungere ad una “radicale non violenza” e ad una coscienza superiore che ci fa sentire allineati e in armonia con l’intero universo. Potremo allora “gustare personalmente l’esperienza dell’essere pienamente umani e i doni che essa porta con sé : pace, amore, equanimità, compassione, gioia non soltanto per l’individuo ma per l’intera comunità umana“. Doni che nascono spontaneamente da una mente finalmente liberata e da un cuore finalmente puro ed aperto.
Gotama il Buddha e Gesù il Cristo “fratelli spirituali”, due voci, una sola esperienza spirituale di amore e saggezza.
Buona lettura e buon viaggio alla ricerca e scoperta di valori spirituali universali.
[Maurizio Brigandì, volontario progetto PienEssere APS]