
Quando qualcuno moriva, bisognava dirlo alle api. Perché se non lo facevi, anche loro potevano morire di crepacuore.
Era un’antica usanza, dolce e misteriosa, nata nei villaggi tra Europa e America nel ‘700 e ‘800: raccontare alle api cosa accadeva in famiglia. Non erano solo insetti, ma anime sensibili, quasi parenti, capaci di sentire gioia e dolore.
Quando qualcuno moriva, si sposava o nasceva un bambino, la padrona di casa andava all’alveare, bussava piano e sussurrava la notizia. Le arnie venivano coperte con un velo nero in segno di lutto. Perché si credeva che, se ignorate, le api si ammalassero, smettessero di produrre miele o addirittura abbandonassero l’alveare.
Un gesto di rispetto profondo. Di amore reciproco. C’era chi offriva loro un pezzo di torta nuziale o un goccio di vino per condividere la festa. Perché le api, si diceva, portavano i messaggi tra questo mondo e l’altro. E vederne una volare dopo un funerale… era come vedere un’anima in viaggio.
Oggi viviamo in un mondo rumoroso e distratto.