Nell’antica dimora del VII Dalai Lama

Lithang, Kham, giugno 2016
Superiamo un basso portale che dà accesso al cortile di una umile ma accogliente dimora, con finestre minuscole e muri solidi, seppur consumati dal tempo, più discreta e meno ricca rispetto alla recente costruzione che la racchiude, quasi come per proteggerla.
Kelsang Gyatsho (1708-1757), Il VII Dalai Lama, nacque tra quei muri di pietra. L’antica presenza della manifestazione del bodhisattva Avalokiteshvara attira fedeli e pellegrini, provenienti da ogni parte della regione e da luoghi lontani.
Una signora ci accoglie con un sorriso. È una custode del luogo. Si avvicina e dice di ricordarsi di me quando, diversi anni prima, avevo passato molto tempo a Lithang e lei era una ragazzina.
Una scala buia ci conduce al primo piano. Entriamo in un’ampia cucina, il cuore della casa tibetana. All’interno, tutto sembra essere stato lasciato così com’era un tempo. Lo spazio è dominato da una vecchia e imponente stufa. Oggetti vari e strumenti d’uso quotidiano sono presenti un po’ dappertutto: pentole, teiere e ciotole, anfore, mestoli, contenitori per la tsampa (farina d’orzo tostato) e sacchi di pelle.
Entra una coppia di pellegrini. Procedono in senso orario lungo le pareti, compiendo una circumambulazione rituale. I due si accostano infine alla colonna portante e lasciano, come offerta, una sciarpa votiva.
Immerso nei pensieri, immagino, in quella cucina, all’età di tre-quattro anni, il futuro capo spirituale e temporale dei tibetani, insieme alla sua famiglia. Il bambino avrebbe già avuto, secondo un’antica biografia, una visione del Buddha Shakyamuni e, poco dopo, un’altra del celebre maestro Tsong Khapa, che gli avrebbe ordinato di recersi nel Tibet centrale. Forse, proprio qui, in questa cucina, alla presenza di una delegazione di dignitari ecclesiastici giunti da Lhasa, avvenne il suo iniziale riconoscimento come reincarnazione del predecessore, il VI Dalai Lama, Tsanyan Gyatsho (1683-1706).
Quest’ultimo, fine poeta, Dalai Lama non convenzionale, personaggio controverso, aveva lasciato, in alcuni pregevoli versi, delle informazioni che sembravano suggerire il luogo nel quale si sarebbe reincarnato, ossia Lithang, la cittadina della regione culturale tibetana chiamata Kham, nel Tibet orientale.

Augello, deh, cicogna bianca,
A me dell’ali tue la destrezza presta!
Lontano, dopo averle allargate, non andrò:
Dopo aver fatto un giro a Lithàn arriverò.
(da: Tsan-yan-ghia-tso Canti d’amore, Sellerio, a cura di E. Lo Bue)

Foto: Lithang 2016, la cucina dell’abitazione del VII Dalai Lama