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“In Asia per tradizione si tratta il partner con lo stesso rispetto che si riserverebbe a un ospite. E’ così anche per chi sta insieme da tantissimo tempo: l’altro merita sempre il tuo pieno rispetto. Il rispetto è la vera natura del nostro amore” “Quando impariamo ad amare e comprendere noi stessi, a essere veramente compassionevoli nei nostri confronti, allora sì che possiamo amare e comprendere davvero un’ altra persona!” “La comprensione è la vera natura dell’amore. Il regalo migliore che puoi fare a una persona è comprenderne la sofferenza. Se non comprendi non puoi amare” “Quando nutriamo la felicità in noi e le diamo sostegno, in quel momento stiamo alimentando la nostra capacità di amare. Per questo, amare significa imparare l’arte di alimentare la propria felicità” “Amare non significa possedere l’altra persona o consumare per intero la sua attenzione e il suo amore: amare significa offrire all’altro la gioia e un balsamo per la sua sofferenza. Questa è la capacità che dobbiamo imparare a coltivare” “Quando sai generare gioia, questa nutre te e anche l’altro; la tua presenza è un’ offerta, come l’aria fresca, come i fiori primaverili o il cielo limpido e azzurro” “Spiritualità non significa una fede cieca in un insegnamento spirituale: quella spirituale è una pratica che porta sollievo, comunicazione e trasformazione. Tutti hanno bisogno di una dimensione spirituale nella vita; senza una dimensione spirituale, affrontare le difficoltà che incontriamo tutti quotidianamente è una dura sfida” [Thich Nhat Hanh – Amare in consapevolezza] |
Caro lettore, lettrice, bentornato in questa nuova pagina di “a modo mio”. Oggi voglio proporti questo piccolo grande libro dell’amato maestro Zen spirituale Thich Nhat Hanh (soprannome: Thay). Un concentrato di annotazioni sull’amore consapevole. Un amore senza consapevolezza deve fare i conti con la nostra sofferenza e i nostri piloti automatici che ci fanno reagire impulsivamente e ci intrappolano in schemi comportamentali ripetitivi e poco salutari, mettendo a rischio le nostre relazioni. Ecco perché ho trovato questo libro molto utile e risanante. Se sei curioso, se sei alla ricerca di spunti di riflessione e di una pratica spirituale che possa nutrire le relazioni, se sei alla ricerca di capire quali potrebbero essere le fondamenta di un vero amore, allora questo è un libro molto ispirante.
Le annotazioni di Thay in questo libro, sintetiche ma molto profonde, definiscono le caratteristiche del “vero amore” e indicano come nutrirlo e farlo crescere. Possiamo raggruppare questi insegnamenti in:
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che cos’è il vero amore
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saper comprendere e trasformare la propria sofferenza e quella dell’altro
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saper generare gioia e felicità per se stessi e per l’altro
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saper mettere su radici robuste
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saper gestire gli errori, la rabbia e riconciliarsi
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avere una corretta visione
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osservare a fondo la propria relazione
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pratiche spirituali per nutrire il vero amore.
IL VERO AMORE
Una osservazione iniziale: Thay invita a riflettere sul fatto che in amore la buona volontà e il desiderio non bastano, occorre allenarsi per diventare abili, diventare artisti:
“Non bastano le buone intenzioni: bisogna essere abili, sapersi muovere con arte. Potremmo anche essere pieni di buona volontà, motivati dal desiderio di rendere felice l’altro, eppure renderlo infelice con la nostra goffaggine”
“Vivere in consapevolezza è un’ arte e ognuno di noi si deve allenare a essere un artista”
Tutti noi abbiamo i semi del bello, del buono, della gioia e dell’amore dentro noi, tutti possiamo allenarci a contattarli e innaffiarli. Allora smetteremo di generare sofferenza nel mondo e diventeremo una riserva di amore e gioia. Tutti intorno a noi beneficeranno del nostro sorriso e della nostra presenza:
“Ci serve un po’ di fiducia nella presenza di buoni semi […] occorre metterci in contatto con quei semi […] dopo li sappiamo toccare di nuovo e ancora, e loro si rafforzano”
“Se ci prendiamo cura di noi stessi aiutiamo tutti quanti: smettiamo di essere una fonte di sofferenza per il mondo e ci trasformiamo in un serbatoio di gioia e di freschezza”
Che cos’è dunque il vero amore secondo Thay ?
Innanzitutto il vero amore richiede di imparare ad aprire e far crescere il proprio cuore, fino ad avere “un cuore come un fiume”, immenso, che abbia la capacita’ di ricevere, abbracciare e trasformare la sofferenza:
“quando il cuore si espande abbiamo in noi tanta comprensione e compassione e siamo in grado di abbracciare gli altri; li accettiamo cosi’ come sono, dando loro la possibilità di trasformarsi”.
I quattro elementi del vero amore sono la gentilezza amorevole, la compassione, la gioia e l’equanimità (in sanscrito: maitri, karuna, mudita, upeksha). Sono stati mentali incommensurabili da coltivare sia per se stessi che per gli altri e sono portatori di guarigione e trasformazione. Il vero amore non è solo dei santi: l’amore, la compassione, la gioia e l’equanimità possono essere praticati da chiunque e conferiscono al nostro amore la qualità della santità rendendo la nostra vita più significativa e il nostro amore più risanante:
“Se il tuo amore contiene questi elementi sarà portatore di guarigione e di trasformazione e avrà in sé l’elemento della santità. Il vero amore ha il potere di guarire e trasformare qualunque situazione e di rendere la nostra vita profondamente significativa”
La gentilezza amorevole è la capacità di essere in grado di offrire felicità. Bisogna prima imparare a generarla in se stessi in modo da poterla poi offrire all’altro:
“L’essenza della gentilezza amorevole è essere in grado di offrire felicità”
“Non puoi offrire felicità finché non l’hai in te stesso”
“Impara a praticare la consapevolezza, così da saper creare momenti di felicità e gioia coi quali nutrirti”
La compassione è la capacità di sentire, condividere e comprendere la sofferenza in se stessi e nell’altro. Ma Karuna, in sanscrito, spesso tradotto con “compassione”, è molto di più: è la capacità di alleviare e trasformare la sofferenza, non solo di condividerla. Quando ami qualcuno dovresti essere capace di alleviare la sua sofferenza:
“La compassione è la capacità di comprendere la sofferenza in se stessi e nell’altro”
“Compassione significa “soffrire con” un’altra persona, condividere la sua sofferenza”
“Karuna è molto di più di questo: è la capacità di rimuovere e trasformare la sofferenza, non solo di condividerla”
“Quando ami qualcuno dovresti essere capace di dargli sollievo e aiutarlo a soffrire di meno. E’ un’ arte, questa”
“Occorre comprendere la causa della sofferenza della persona che ami, per poter offrire un qualche sollievo”
La gioia è la capacità di offrire gioia, in modo che la propria presenza diventi un’ offerta:
“Quando sai generare gioia, questa nutre te e anche l’altro; la tua presenza è un’ offerta, come l’aria fresca, come i fiori primaverili o il cielo limpido e azzurro”
L’equanimità è la non-discriminazione, il considerare qualunque cosa succeda come pertinente alla coppia e non più una questione puramente individuale:
“in una relazione profonda non c’è più alcun confine fra una persona e l’altra; tu sei lei e lei è te. La tua sofferenza è la sua”
“Soffrire o essere felici non sono più questioni individuali […] quel che ti succede, succede alla persona che ami”
Il vero amore deve anche avere gli elementi del rispetto e della fiducia, sia per se stessi che per l’altro. Rispetto per se stessi e per la persona amata come si riserva ad un ospite; fiducia nella nostra natura innata buona e compassionevole:
“In Asia per tradizione si tratta il partner con lo stesso rispetto che si riserverebbe a un ospite. E’ così anche per chi sta insieme da tantissimo tempo: l’altro merita sempre il tuo pieno rispetto. Il rispetto è la vera natura del nostro amore”
“Per cominciare devi avere fiducia e rispetto per te stesso. Fidati della tua natura innata, che è buona e compassionevole. Tu sei parte dell’universo, sei fatto di stelle; quando guardi la persona che ami vedi che anche lei è fatta di stelle e ha in se l’eternità. Guardandola in questo modo provi uno spontaneo senso di riverenza. Non può esserci vero amore senza fiducia e rispetto per sé e per l’altro!”
“Il nostro partner è un fiore; se ce ne prendiamo cura bene crescerà magnificamente; se ce ne prendiamo cura male appassirà. Per aiutare un fiore a crescere bene dobbiamo comprenderne la natura: di quanta acqua ha bisogno ? Quanto sole ?”
Il vero amore si basa sulla coesistenza di intimità fisica, emotiva e spirituale:
“Ci sono tre generi di intimità: fisica, emotiva, spirituale; questi tre generi dovrebbero accompagnarsi l’un l’altro“
“Quando il piano emotivo, quello spirituale e quello fisico sono in armonia e soddisfatti, allora l’intimità fisica è più ricca di significato e può essere molto salutare e risanante”
Amare non è riempire il proprio vuoto interiore. Quando ci innamoriamo tendiamo a idealizzare l’altro come colui che soddisferà tutte le nostre aspettative, la persona perfetta per noi, per poi rimanere puntualmente delusi quando ci rendiamo conto dei “difetti” dell’altro. Ma l’altro non è qui per soddisfare tutte le nostre aspettative, non è un nostro possesso. Anziché cercare di riempire il proprio vuoto con la persona che amiamo, è importante incoraggiarsi a vicenda a stare bene con se stessi cercando innanzitutto dentro di noi bellezza e amore. Amare e’ imparare a offrire all’altro gioia e camomilla per la sofferenza :
“Siamo sempre alla ricerca del coperchio perfetto per la nostra pentola”
“Il vero amore si genera da dentro; perché possa esistere occorre sentirsi completi in se stessi, non bisognosi di qualcosa dall’esterno”
“Amare non significa possedere l’altra persona o consumare per intero la sua attenzione e il suo amore: amare significa offrire all’altro la gioia e un balsamo per la sua sofferenza. Questa è la capacità che dobbiamo imparare a coltivare”
“Un partner fedele è una persona che ti incoraggia a cercare nel profondo di te stesso la bellezza e l’amore che andavi cercando fuori”
Anziché concentrarci sul nostro vuoto, è utile concentrarsi sulle energie che ci guariscono e ci trasformano:
“Amare è la capacita’ di imparare a concentrarci non sul bisogno e mancanza ma sul generare le energie della consapevolezza, della concentrazione e della visione profonda che possono guarire noi dalla sofferenza e aiutare anche l’altra persona, energie della guarigione e trasformazione”
Amare è saper essere responsabili, è saper accettare l’altro così com’è, con i suoi punti di forza e le sue debolezze. Ciò richiede energia, richiede di coltivare la pazienza e la comprensione, ma offre protezione e sicurezza:
“Il vero amore implica un senso di responsabilità e di accettazione dell’altro così com’è, con tutti i suoi punti di forza e le sue debolezze. Richiede pazienza, comprensione ed energia. Questo tipo di amore offre protezione e sicurezza”
Amare non è rinunciare a se stessi, non è prigione, non è possesso e non è attaccamento:
“Il vero amore non è rinunciare a tutti i propri bisogni per l’altro. E’ importante saper ascoltare se stessi e saper riconoscere i propri bisogni, saper dire di no.”
“Il vero amore non è una prigione, nell’amore vero c’è molto spazio per se stessi, c’è molta libertà”
“All’inizio l’amore può essere contaminato dall’attaccamento, dalla possessività e dal desiderio di controllo; praticando consapevolezza, concentrazione e visione profonda possiamo trasformare questi impedimenti e provare un amore che è ampio, onnicomprensivo, stupendo”
Il vero amore è espansivo, cresce oltre i confini della coppia fino ad includere anche tutti gli altri, fino a diventare universale. Allora si potrà creare una comunità di persone con cui condividere la stessa aspirazione di pace e amore senza confini:
“All’inizio di una relazione, forse nel tuo amore c’è spazio solo per te e per l’altro. Se pratichi l’amore vero, però, molto presto quell’amore si amplierà includendo tutti”
“Quando tu e il tuo partner nella relazione condividete lo stesso genere di aspirazione diventate una cosa sola e vi trasformate in uno strumento di amore e di pace nel mondo. Cominciate da una comunità di due persone e poi potrete farla crescere”
SAPER COMPRENDERE E TRASFORMARE LA SOFFERENZA
Il vero amore richiede di imparare a sviluppare la capacita’ di riconoscere, comprendere, accettare, abbracciare e trasformare la propria sofferenza e quella dell’altro.
Solo quando stiamo bene con noi stessi possiamo imparare anche a comprendere e alleviare la sofferenza dell’altro. Pertanto il punto di partenza è imparare a gestire la propria sofferenza e a generare felicità per se stessi:
“Quando impariamo ad amare e comprendere noi stessi, a essere veramente compassionevoli nei nostri confronti, allora sì che possiamo amare e comprendere davvero un’ altra persona”
“La comprensione è la vera natura dell’amore. Il regalo migliore che puoi fare a una persona è comprenderne la sofferenza. Se non comprendi non puoi amare”
SAPER GENERARE GIOIA E FELICITA’
Oltre alla capacità di gestire la sofferenza, il vero amore richiede di imparare l’arte di saper creare, vivere pienamente e condividere momenti di felicita’ e gioia per se stessi e per l’altro:
“Il vero amore ci dà bellezza, freschezza, solidità, libertà e pace. Implica un profondo sentimento di gioia di essere vivi“
“Quando sai generare gioia, questa nutre te e anche l’altro; la tua presenza è un’offerta, come l’aria fresca, come i fiori primaverili o il cielo limpido e azzurro”
Anche qui il punto di partenza è imparare a generare gioia e felicità per se stessi:
“Quando nutriamo la felicità in noi e le diamo sostegno, in quel momento stiamo alimentando la nostra capacità di amare. Per questo, amare significa imparare l’arte di alimentare la propria felicità”
per poi imparare a generare gioia anche per l’altro. Per far questo e’ necessario imparare a conoscere la sofferenza e i reali bisogni e desideri della persona amata:
“Offri solo ciò che può rendere felice l’altro; dovresti conoscere i bisogni reali di quella persona”
“Sei capace di farla sorridere ? Sei capace di far crescere in lei la fiducia e l’entusiasmo ?”
“Per rendere felice qualcun’ altro devi comprenderne i bisogni, la sofferenza e i desideri e non presumere di sapere che cosa lo renderà felice. Chiedigli: ‘Che cosa ti farebbe felice ?’ “
SAPER METTERE SU RADICI ROBUSTE
Il vero amore richiede di essere rinforzato mettendo su radici robuste e profonde che rendono l’amore più stabile e resistente alle tempeste, impedendo all’amore di spezzarsi: consapevolezza, ascolto profondo e parola amorevole.
Saper ascoltare profondamente con pazienza senza interrompere con critiche e’ l’arte di essere presente ed aiuta a comprendere meglio la persona amata. Se non siamo d’accordo potremo in un secondo momento farlo presente in modo amorevole, cercando non ferire. La parola amorevole aiuta a stabilire una connessione che apre il cuore:
“Amare senza sapere in che modo amare ferisce la persona che amiamo. Per sapere come amare una persona dobbiamo comprenderla; per comprendere occorre ascoltare. Puoi chiedere […] ‘Caro, cara, pensi che ti capisca abbastanza ? Ti prego parlami delle tue difficoltà, della tua sofferenza e dei tuoi desideri più profondi’. Allora quella persona ha l’opportunità di aprire il proprio cuore”
“L’ascolto profondo è soprattutto la pratica di essere presente per la persona amata”
“Chi è in grado di comprendere la nostra sofferenza è il nostro migliore amico”
“Quando una persona cara parla, pratica l’ascolto profondo. A volte forse dirà qualcosa che ci stupisce, che è l’opposto del nostro modo di vedere le cose. Permetti all’altro di esprimersi liberamente, senza interromperlo, non criticare le sue parole. […] Quando ascoltiamo […] cominciamo a vedere l’altro più a fondo e a comprenderlo meglio. […] In seguito potremo dargli qualche informazione che l’aiuti a rivedere il proprio pensiero”
“A volte basta una parola per aiutare qualcuno a sbocciare come un fiore”
GESTIRE ERRORI, LA RABBIA E RICONCILIARSI
Tutti facciamo errori perché siamo umani, facendo soffrire noi stessi e gli altri. Gli errori ci aiutano a crescere e molto spesso sono dovuti alla mancanza di abilità nel comunicare e gestire la propria sofferenza personale più che ad una vera intenzione di fare del male all’altra persona:
“Dato che siamo esseri umani, facciamo errori e facciamo soffrire gli altri […] Senza fare errori però non c’è modo di imparare. Se sai imparare dagli errori hai già trasformato i rifiuti in fiori”
“Molto spesso i nostri errori derivano dalla nostra mancanza di abilità, non dall’intenzione di far del male a un’altra persona. Io considero il nostro comportamento in termini di maggiore o minore abilità, più che in termini di buono o cattivo: se sei abile puoi evitare di far soffrire te stesso e l’altro”
Quando abbiamo qualcosa da dire perché non siamo d’accordo con l’altro, è importante trovare un modo abile di farlo senza ferire:
“Se c’è qualcosa che desideri dire all’altro certo sarà bene che tu glielo dica, però fallo con abilità, in un modo che porti a una riduzione della sofferenza, non ad un incremento”
Quando percepiamo che l’altro ci fa soffrire, anziché alzare un muro chiudendoci nella nostra sofferenza, chiediamo aiuto proprio alla persona amata:
“Quando soffri […] per provare sollievo devi andare proprio dalla persona che ami, quella che ti ha appena ferito così profondamente, e chiedere il suo aiuto […] dille che stai male e che hai bisogno di aiuto”
Perché si riesca a farlo, dobbiamo saper vincere l’orgoglio:
“Nel vero amore non c’è posto per l’orgoglio”
“Se non parli della tua sofferenza con lei vuol dire che non la ami abbastanza da fidarti di lei. Bisogna saper ricevere aiuto dalla persona che si ama”
In caso di troppa rabbia che ci impedisce di parlare con calma alla persona amata, possiamo scriverle tre frasi su un biglietto:
“Caro, cara, sto soffrendo. Sono arrabbiato e desidero che tu lo sappia”
“Sto facendo del mio meglio”
“Per favore aiutami”
Riconciliarsi significa recuperare la pace dentro noi. Se l’altro è lontano o non risponde, può essere fatta interiormente:
“Riconciliarsi significa risolvere le cose dentro di sé in modo da recuperare la pace. […] La tua pace, la tua serenità sono essenziali per tutti noi”
“Va già bene se la riconciliazione viene fatta interiormente; l’effetto di quella riconciliazione si avvertirà ovunque”
Quando i disaccordi sono rimasti irrisolti e guardarsi in faccia e parlarsi è diventato difficile, possiamo con umiltà e responsabilità chiederci quanto abbiamo contribuito a gelare il rapporto e possiamo poi riportare connessione e amore nella relazione tramite l’ascolto e la comprensione. Amare significa guardare nella stessa direzione, quella della pace:
“Per prima cosa bisogna che riflettiamo, chiedendoci in che modo abbiamo contribuito a questa situazione. Poi bisogna avere il coraggio di spegnere il televisore e darci il tempo di parlarci e ascoltarci a vicenda.”
“Per chi ama davvero, la direzione verso cui guardare è quella della pace”
Il perdono può avere una capacità limitata, non si può continuare a chiedere perdono per sempre. Pertanto, invece di continuare ad alzare la voce e poi presentare scuse frettolose, è importante prendere la decisione di praticare l’auto-osservazione delle cause del nostro comportamento:
“Tutti noi facciamo errori, ma non si può continuare a chiedere alle persone di perdonare sempre, ancora e di nuovo”
“Invece di offrire scuse frettolose, datti il tempo che ci vuole e prendi la risoluzione di praticare l’osservazione delle radici del tuo comportamento”
CORRETTA VISIONE
Thay invita ad abbandonare le idee precostituite di felicità e ad imparare a vedere le opportunità di gioia che abbiamo davanti agli occhi:
“A impedirci di essere felici potrebbe essere proprio l’idea che abbiamo di felicità”
“Quando siamo prigionieri della convinzione che la felicità debba prendere una forma ben precisa, non riusciamo a vedere le opportunità di gioire che abbiamo proprio davanti agli occhi”
Non-sé ed inter-essere: secondo il buddhismo il sé è un concetto meramente designato dalla mente e privo di esistenza intrinseca: se vado a scompormi, vedrò che sono fatto di elementi di non-me e che non esiste un sé individuale e separato da tutto il resto; posso solo inter-essere. Comprendere l’illusione di un sé separato ci permette di capire che la sofferenza e la gioia non sono questioni puramente individuali; ciò ci fa pensare, parlare e agire in modo più amorevole riducendo la sofferenza in noi e intorno a noi :
“Siamo prigionieri dell’idea dell’io: pensiamo di avere un ‘io’, un sé'”
“Non possiamo esistere da soli, per conto nostro, possiamo soltanto inter-essere. Io sono fatto di elementi di non-me, come la Terra, il Sole, i miei genitori e gli antenati”
“In una relazione, se riesci a vedere la natura dell’inter-essere fra te e l’altro puoi renderti conto che la sua sofferenza è la tua, che la tua felicità è la sua felicità. Questo modo di vedere ti fa agire e parlare in modo diverso. Già questo, di per sé, può alleviare moltissimo la sofferenza”
Tutto è impermanente e interconnesso. Comprenderlo ci aiuta a evitare l’attaccamento a cose e persone e ci aiuta a evitare la paura di perderle, la paura del vuoto. Quando perdiamo qualcosa o qualcuno, la felicità è ancora possibile:
“Uno dei più grandi doni che possiamo offrire alle persone è incarnare il non-attaccamento e la non-paura”
“Molti di noi sono timorosi, pieni di una paura che rovina loro la vita e li rende infelici; si attaccano agli oggetti e alle persone”
“Se pratichiamo per realizzare la non discriminazione, per cogliere l’interconnessione e l’impermanenza di tutte le cose e per condividere questa saggezza con gli altri, stiamo regalando loro il dono della non-paura”
“Ogni cosa è impermanente: questo momento passa. Quella persona se ne va. La felicità è ancora possibile”
Quando soffriamo dobbiamo sempre chiederci se la percezione che abbiamo è corretta in quanto le azioni degli altri sono il risultato della loro sofferenza personale:
“Le azioni degli altri sono il risultato della loro sofferenza personale, non l’esito di una qualche loro intenzione di ferirti”
“Ogni volta che abbiamo una percezione dobbiamo chiederci se sia corretta […] nella vita quotidiana siamo soggetti a migliaia di percezioni erronee”
“La prossima volta che soffrirai con la convinzione che la tua sofferenza sia causata dalla persona che più ami, chiedi aiuto proprio a lei”
OSSERVARE A FONDO LA PROPRIA RELAZIONE
Le seguenti domande che Thay scrive nel libro aiutano a capire lo stato attuale delle nostre relazioni e a verificare le nostre capacità attuali di alimentare il vero amore, come il saper comprendere e alleviare la propria sofferenza e quella della persona amata, il saper donare gioia e felicità a sé e all’altro, il saper mettere radici robuste, il saper gestire le emozioni dolorose e saper coltivare la pace, il saper sviluppare una corretta visione, il saper sviluppare la capacita’ di auto-osservazione, il saper nutrire l’amore giorno dopo giorno con pratiche spirituali. Queste domande aiutano a capire dove dobbiamo lavorare maggiormente per sviluppare le abilità del vero amore che in noi sono ancora poco sviluppate:
1. Sei innamorato(a)?
2. Sei ancora innamorato(a)?
3. Desideri rimetterti in contatto con la persona che amavi?
4. Pensi che quella persona sia felice?
5. Avete tempo da dedicarvi a vicenda?
6. Sei stato(a) capace di conservare viva la tua reale presenza per te stesso(a) e per l’altro(a)?
7. Sei capace di offrirgli(le) freschezza e vitalità ogni giorno?
8. Sai gestire la sofferenza che hai dentro?
9. Sei capace di aiutare l’altra persona a gestire la propria sofferenza interiore?
10. Comprendi le radici della tua sofferenza?
11. Sei capace di comprendere la sofferenza nell’altro?
12. Sei capace di aiutare l’altro(a) a soffrire meno?
13. Hai imparato il modo per calmare le sensazioni e le emozioni dolorose in te?
14. Hai il tempo di ascoltare te stesso e il tuo desiderio più profondo?
15. Hai il tempo di ascoltare la persona che ami e aiutarla a soffrire meno?
16. Sei capace di generare in te un senso di gioia?
17. Sei capace di aiutare l’altro a generare in sé un senso di gioia?
18. Senti di avere un chiaro percorso spirituale?
19. Hai coltivato in te un senso di pace e di appagamento?
20. Sai alimentare ogni giorno il tuo amore?
PRATICHE PER NUTRIRE IL VERO AMORE
Un’osservazione iniziale: Thay precisa qual è l’essenza e lo scopo della spiritualità: non significa credere ciecamente in un insegnamento, ma imparare una pratica che ci aiuta ad affrontare meglio le difficoltà della vita con meno paura, dandoci sollievo e trasformazione. Tutti abbiamo bisogno di una dimensione spirituale:
“Spiritualità non significa una fede cieca in un insegnamento spirituale: quella spirituale è una pratica che porta sollievo, comunicazione e trasformazione. Tutti hanno bisogno di una dimensione spirituale nella vita; senza una dimensione spirituale, affrontare le difficoltà che incontriamo tutti quotidianamente è una dura sfida. Con una pratica spirituale non si ha più paura; si ha un corpo spirituale oltre che un corpo fisico”
L’amore deve essere innaffiato e nutrito quotidianamente, altrimenti morirà:
“L’amore è biologico […] L’amore è una cosa vivente, che respira”
“Nulla sopravvive senza nutrimento, neanche l’amore”
Per nutrire il nostro amore dobbiamo imparare ad essere consapevoli del “cibo” col quale nutrire il nostro corpo, i nostri sensi, la nostra volizione e la nostra coscienza. E’ necessario selezionare con cura e consapevolezza il “cibo” da consumare, scegliendo: cibo che sia moderato e salutare per il corpo; esperienze dei sensi che alimentino pace, amore, bellezza e gioia; una volontà che sia volta a sviluppare comprensione, compassione, amore e pace; ambienti da frequentare in cui si coltivi comprensione e compassione:
“Un modo per nutrire il nostro amore è essere consapevoli di quel che consumiamo”
“Il corpo”: “Se ci alimentiamo con moderazione mangiando solo il cibo che ci serve e della qualità che aiuta il nostro corpo a essere forte e sano, stiamo mostrando amore e rispetto per il nostro corpo e per la Terra”
“Impressioni dei sensi”: “quel che consumiamo con gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e la mente […] Tutto ciò che consumiamo ha un’influenza sul nostro corpo e la nostra mente […] Se consumiamo articoli giornalistici, film o videogiochi tossici, quelli alimenteranno in noi la brama, la rabbia, la paura. Se invece ci riserviamo ogni giorno un po’ di tempo per stare in un ambiente pacifico, per camminare nella natura o anche solo per guardare un fiore o il cielo, quella bellezza penetrerà in noi e alimenterà in noi l’amore e la gioia”
“Volizione”: “si tratta di ciò che desideri, che speri, a cui aspiri […] Se sei motivato dalla compassione e dall’amore, la tua volizione ti darà l’energia e l’orientamento per crescere e diventare ancora più amorevole e compassionevole. Se invece il tuo desiderio è possedere questo o quello, oppure vincere a ogni costo, quel genere di volizione è tossico e non aiuta certo la crescita dell’amore dentro te. Puoi praticare lo sviluppo di una volizione robusta e positiva; puoi persino formulare a parole il tuo impegno, tipo: ‘Faccio voto di sviluppare in me la comprensione e la compassione, in modo da diventare uno strumento di pace e di amore, per aiutare la società e il mondo’ “
“Coscienza individuale”: “E’ influenzata dalla coscienza collettiva del nostro ambiente. Noi assorbiamo e riflettiamo quel che ci circonda: se dove viviamo la gente è rabbiosa e violenta, finiremo per diventare così anche noi. Se viviamo in una famiglia o in una comunità in cui c’è una cultura di reciproca comprensione e compassione, saremo spontaneamente più pacifici e amorevoli”
La pratica meditativa genera energie di consapevolezza, concentrazione e visione profonda. Queste energie ci aiutano a prenderci cura della sofferenza, a generare felicità e a coltivare un amore più libero, ampio e vero:
“La meditazione consiste nel generare tre tipi di energie: consapevolezza, concentrazione e visione profonda. Queste tre energie ci danno il potere di alimentare in noi la felicità e di prenderci cura della nostra sofferenza”
“La gioia meditativa è in grado di nutrire in noi la consapevolezza, la comprensione e l’amore”
“All’inizio l’amore può essere contaminato dall’attaccamento, dalla possessività e dal desiderio di controllo; praticando consapevolezza, concentrazione e visione profonda possiamo trasformare questi impedimenti e provare un amore che è ampio, onnicomprensivo, stupendo”
La pratica della consapevolezza dei pensieri ci aiuta a riconoscere/disinstallare i nostri piloti automatici e ad agire in modo più benefico per noi e per gli altri:
“Grazie alla consapevolezza possiamo riconoscere i nostri modi abituali di pensare e i contenuti dei nostri pensieri. A volte questi girano in tondo, immergendoci nella sfiducia, nel pessimismo, nella conflittualità, nel dolore, nella gelosia; quegli stati mentali si manifestano spontaneamente nelle nostre parole e azioni, facendo male a noi e agli altri. Quando invece facciamo splendere la luce della consapevolezza sui nostri schemi di pensiero abituali, li vediamo con chiarezza. Riconoscere le nostre abitudini e sorridere loro: in questo consiste la pratica dell’attenzione mentale appropriata, che ci aiuta a stabilire percorsi neuronali nuovi e più benefici”
Praticare gli stati mentali “incommensurabili” è portatore di guarigione e trasformazione, facendo crescere il nostro amore sempre di più e rendendo la nostra vita più significativa:
“Gentilezza amorevole, compassione, gioia ed equanimità sono stati mentali ‘incommensurabili’, perché continuano a crescere e non si possono misurare. Più si pratica più si vede crescere e ancora crescere il proprio amore. Se il tuo amore avrà questi quattro elementi sarà portatore di guarigione e di trasformazione e avrà in sé l’elemento della santità. Il vero amore ha il potere di guarire e trasformare qualunque situazione e di rendere la nostra vita profondamente significativa”
La meditazione di gentilezza amorevole (metta) aiuta a raggiungere l’acqua più pura dentro noi, portando l’amore in superficie, purificando pensieri, parole e azioni:
“Praticare la meditazione di gentilezza amorevole (metta) è come scavare a fondo nel terreno fino a raggiungere l’acqua più pura. Andiamo in fondo a noi stessi e osserviamo finché non sorge la visione profonda e l’amore non scorre fino in superficie. I nostri occhi irradiano gioia e felicità e tutti intorno beneficiano del nostro sorriso e della nostra presenza. Se ci prendiamo cura di noi stessi aiutiamo tutti quanti: smettiamo di essere una fonte di sofferenza per il mondo e ci trasformiamo in un serbatoio di gioia e di freschezza”
“… ci rendiamo conto di quanto le nostre paure e inquietudini contribuiscano a renderci infelici; cogliamo pienamente il valore che ha l’affetto per se stessi e la coltivazione di un cuore compassionevole. L’amore penetra nei nostri pensieri, nelle nostre parole ed azioni”
La meditazione dell’abbraccio è una pratica trasformativa che può portare felicità, Consiste nell’abbracciare l’altra persona con tutto se stesso, con corpo, mente e cuore; con connessione, presenza e cura:
“Quando ci abbracciamo mettiamo in connessione il nostro cuore e ci rendiamo conto di non essere due esseri distinti. Abbracciare in consapevolezza e concentrazione può portare riconciliazione, guarigione, comprensione e tanta felicità”
“Devi […] abbracciarla con tutto te stesso – corpo, mente e cuore […] l’energia della tua cura e del tuo apprezzamento penetrerà in lei nutrendola e facendola sbocciare come un fiore”
La pratica del respiro consapevole e della camminata consapevole aiutano a gestire le emozioni e a generare felicità spontanea. E’ importante praticarle spesso per averle a disposizione nei momenti di difficoltà. Ci aiutano a rallentare e ritornare nel presente, a cogliere le condizioni di felicità che sono dentro di noi e intorno a noi:
“Le pratiche di respirare e camminare in consapevolezza, concentrazione e comprensione possono aiutarti moltissimo a gestire le emozioni, ad ascoltare la tua sofferenza e abbracciarla, a riconoscere e abbracciare la sofferenza di un’altra persona. Se abbiamo questa capacità possiamo sviluppare un’intimità spirituale reale e duratura con noi stessi e con gli altri”
“Il respiro consapevole ci aiuta a sviluppare la capacità di fermarci, in quel momento cruciale, per evitare di dire qualcosa che in seguito rimpiangeremmo. Pratica il respiro consapevole quando le cose vanno bene […], così l’avrai a disposizione nei momenti difficili”
“Pratica e impara a generare un sentimento di gioia, un sentimento di felicità con inspirazione e l’espirazione consapevole, coi passi che fai”
“Se cammini facendo ogni passo in piena consapevolezza, senza avere una meta precisa da raggiungere, la felicità nasce spontaneamente. La bellezza che ci circonda ci riporta al momento presente, aiutandoci a lasciar andare i progetti e i crucci che ci preoccupano. Questa è la consapevolezza: prendiamo coscienza di ciò che sta accadendo al momento presente e stiamo in contatto con le condizioni di felicità che sono già presenti in noi e intorno a noi”
“Quando guardi la persona che ami, se la vedi tutta presa nelle proprie ansie puoi aiutarla a uscirne: “Cara, vedi il sole ? Vedi i segni della primavera che sta arrivando ?”
Ogni respiro, ogni passo, ogni istante, ogni azione fatta in consapevolezza durante la giornata ha il potenziale di essere fonte di appagamento che deriva dal vivere a fondo il momento presente:
“Questo è vero appagamento. Inspirare ed espirare in consapevolezza; fare un passo; compiere un’ azione qualunque dà appagamento che nasce dal fatto di vivere a fondo il momento presente”
Thay invita a imparare l’arte di generare felicità ogni giorno per noi stessi e per gli altri. Ogni attimo della giornata può diventare un’occasione per alleviare la sofferenza e un momento per generare gioia per se stessi e per gli altri:
“Come trovare uno stile di vita che dia a tutti coloro che incontriamo un sorriso, uno sguardo amorevole, un po’ di felicità ? Metti in campo il tuo talento per trovare modi di rendere felice te stesso e gli altri”
“La gioia meditativa è in grado di nutrire in noi la consapevolezza, la comprensione e l’amore. Vivi in modo che favorisca una profonda felicità in te stesso e negli altri”
“Ogni attimo può essere un momento di gioia, se hai in te sufficiente comprensione e amore, che tu lo passi facendo colazione, guidando l’auto, innaffiando l’orto o facendo qualunque altra cosa nella giornata”
“Puoi fare voto di dare gioia a una persona al mattino e contribuire ad alleviare la sofferenza di una persona al pomeriggio; chiediti: “Chi posso far sorridere stamattina ?”. Questa è l’arte di generare felicità”
In una coppia è utile praticare l’ascolto profondo ad appuntamento fisso giornaliero, per alimentare la comunicazione amorevole, la comprensione e la conoscenza di se stessi e dell’altro:
“Quando incontro una coppia che convive felicemente, propongo ai due di stabilire un tempo preciso dedicato all’ascolto profondo, a cadenza regolare, che li aiuti a conservare la felicità di stare insieme”
“L’ascolto profondo è soprattutto la pratica di essere presente per la persona amata”
“Nella persona a noi cara c’è qualche sofferenza che non abbiamo ancora visto”
“Chi è in grado di comprendere la nostra sofferenza è il nostro migliore amico”
“Ti sbagli se pensi di conoscere l’altro dentro e fuori: sei sicuro di conoscere te stesso, fra l’altro ? Ogni persona è un mondo da esplorare”
Praticare i sei mantra aiuta a mantenere un atteggiamento di presenza, comprensione e connessione, di condivisione, amore e pace, di umiltà e amorevole gentilezza:
“Uno: Sono qui per te”: il dono più grande che possiamo fare agli altri è la nostra vera presenza
“Due: So che ci sei e ne sono felice”: ovunque tu sia davvero puoi riconoscere e apprezzare la presenza dell’altro
“Tre: So che stai soffrendo”: per questo sono qui per te. La tua stessa presenza basterà ad alleviare un po’ della sofferenza dell’altro.
“Quattro: Sto soffrendo”: per favore aiutami. Se l’amiamo davvero, però, quando stiamo male dobbiamo chiedere il suo aiuto; dobbiamo proprio superare il nostro orgoglio !
“Cinque: Questo è un momento felice”: non è autosuggestione o un pio desiderio: è un risveglio alle condizioni di felicità già presenti. Siamo molto fortunati: abbiamo così tante condizioni di felicità, e se non ce le godiamo non siamo per niente saggi.
“Sei: In parte hai ragione”: Lo puoi usare quando qualcuno ti fa un complimento o ti critica. In questo modo puoi conservare la tua umiltà. Siamo esseri umani, dunque abbiamo in noi elementi sia positivi che negativi.
La pratica di “irrigazione selettiva” innaffia e rinforza i semi buoni che tutti abbiamo dentro di noi, in modo che possano manifestarsi:
“è il processo di innaffiare i semi buoni e dare agli elementi salutari e positivi che hai nella coscienza una possibilità di manifestarsi”
“ci serve un po’ di fiducia nella presenza di buoni semi in noi e poi, con l’attenzione appropriata, occorre metterci in contatto con quei semi praticando la meditazione seduta e camminata nel corso della giornata”
“Quando riusciamo a entrare in contatto anche una volta sola coi nostri semi positivi, dopo li sappiamo toccare di nuovo e ancora, e loro si rafforzano”
La pratica delle cinque consapevolezze contribuisce a proteggere le relazioni affettive. Queste frasi possono essere recitate periodicamente. Ci aiutano a ricordarci che inter-siamo, che la sofferenza e la gioia non sono una questione puramente individuale e che solo la comprensione, l’amore, la pace e la fiducia possono aiutarci a crescere:
“Siamo consapevoli che in noi sono presenti tutte le generazioni dei nostri antenati e tutte le generazioni future”
“Siamo consapevoli delle aspettative che i nostri antenati, i nostri figli e nipoti hanno nei nostri confronti”
“Siamo consapevoli che la nostra gioia, pace, libertà e armonia sono la gioia, pace, libertà e armonia dei nostri antenati, dei nostri figli e nipoti”
“Siamo consapevoli che la comprensione è il vero fondamento dell’amore”
“Siamo consapevoli che rimproverarci e litigare non possono mai esserci d’aiuto e possono solo aumentare la distanza fra noi; sappiamo che solo la comprensione, la fiducia e l’amore possono aiutarci a cambiare e a crescere”
CONCLUSIONE
Un libro pieno di saggezza, di spunti di riflessione e di pratiche spirituali.
Un invito ad aprire il cuore, a coltivare amore, comprensione e gioia dentro di noi per poi donarli agli altri.
Allora amore, comprensione e gioia diventeranno stati naturali del nostro essere.
Un libro da leggere e meditare …
Ti auguro buona lettura.
[Maurizio Brigandì, volontario progetto PienEssere APS]