“Il problema non è il consumo di per sé, ma il consumo sconsiderato.
E noi possiamo cambiare le cose operando delle decisioni più consapevoli, ogni giorno.
E’ vero, tutti abbiamo bisogno di cose;
la chiave è possedere una quantità adeguata di cose giuste,
e liberarsi di tutte le altre.
E’ lì che entra in scena il minimalismo”
“I minimalisti non si concentrano sull’avere sempre meno,
ma sul fare spazio per avere di più:
più tempo, più passione, più creatività, più esperienze,
più partecipazione, più soddisfazione, più libertà.
Eliminare il superfluo crea spazio per le cose immateriali
che rendono la vita appagante”
Caro lettore, lettrice, bentornato/a in questa nuova pagina di “a modo mio”.
“Ama le persone, usa le cose” mette in discussione il modo di vivere odierno, spesso sommerso dagli oggetti, drogato dal consumismo, manipolato da un flusso martellante di informazioni e pubblicità, che “allenano” il nostro impulso al soddisfacimento immediato del “tapis roulant edonistico”, spingendoci così a cercare la “felicità” (illusoria e transitoria) nelle cose materiali, a desiderare sempre di più, accumulando continuamente. Dopo aver comprato la sessantesima camicia, il cinquantesimo paio di pantaloni, il quarantesimo paio di scarpe o la trentesima borsa, dopo aver riempito la casa di mobili e di cianfrusaglie, dopo aver conservato per decenni una quantità esagerata di oggetti “si sa mai”, dopo aver trasformato la nostra casa in un mini centro commerciale o in un museo … ecco allora che potremmo accorgerci dell’eccesso, della dipendenza, ed aprirci alla possibilità del mininalismo: non una rinuncia a tutto ciò che è materiale, non una vita isolata da tutto e tutti, bensì un approccio meno impulsivo e più consapevole ai consumi e al possesso, imparando a scegliere, acquistare e conservare solo ciò che ci è utile o che ci dà gioia, lasciando andare il superfluo, creando così più spazio per tutto il resto, riscoprendo che non siamo solo consumatori, ma che siamo anche e soprattutto altro.
Il minimalismo va oltre l’attaccamento al materialismo. Nel cammino della nostra vita, prima o poi ci confrontiamo con qualche tipo di eccesso, disordine o dipendenza, tossicità: abitudini alimentari non salutari, relazioni tossiche, debiti esagerati per uno status sociale più elevato, vita ultra-impegnata, frenetica, stressata, assorbita completamente dal lavoro, mancanza di tempo per la nostra salute e per le persone a noi care, tempo esagerato passato nel mondo virtuale e tecnologico dei social e dello smartphone, e tanto altro …
Ecco allora che il minimalismo appare come un ritorno alla semplicità, alla consapevolezza, ad una maggiore libertà in tutti i campi. E’ imparare a distinguere il fondamentale dal superfluo, la scelta consapevole dall’impulso, la giusta misura dall’eccesso, il salutare dal tossico, ciò che nutre veramente da ciò che appesantisce. E’ agire, per tornare ad essere più liberi e più sani fisicamente, emotivamente, spiritualmente e finanziariamente.
Gli autori presentano le loro regole per una vita minimalista, da non considerare assolute e rigide, bensì spunti di riflessione e di partenza per trovare un nostro personale equilibrio, una nostra personale “ricetta”, che potrà cambiare nel tempo durante il nostro cammino evolutivo.
Buona lettura e buona ricerca di più spazio, più tempo, per la cura di sé, per riscoprire e coltivare i nostri veri valori e tutto ciò che ci nutre più profondamente e più solidamente: la creatività, la socializzazione e l’affettività, la solidarietà, l’immaterialità … affinché si possa tornare ad “amare le persone ed usare le cose”. “Perché fare il contrario non funziona mai”.
[Maurizio Brigandì, volontario progetto PienEssere APS]