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L’anno della lepre | Arto Paasilinna

Al cuore del libro

Vatanen si piazzò a metà della catena. Gli uomini si disseminarono nella foresta, le loro grida echeggiavano tra gli alberi avvolti di fumo. Vatanen pensò: com’è strana la vita! Appena un mese prima sedeva annoiato al bar dell’angolo con un boccale di birra tiepida in mano, e ora eccolo in quel deserto infuocato, assediato dal fumo, lo zaino pieno di pesci umidi, il sudore alle chiappe.

Mille volte meglio qui che a Helsinkisi disse Vatanen, sorridendo fra le lacrime

Arto Paasilinna, L’anno della lepre

Ultimamente, amico lettore, non ho molta voglia di leggere. No, non sono malata, né depressa, né alcuna altra condizione di malessere. Anzi. È un periodo di benessere, piacevole, calmo. Ma leggo poco. E così, qualche sera fa, forse un po’ inquieta, va a sapere, scelgo un libro fra i tanti che aspettano il loro turno per essere letti. Avevo in mente qualcosa di leggero e poco impegnativo, Arto Paasilinna una garanzia di libri piacevoli e mai banali, e così mi metto comoda sulla mia poltrona, un thermos di tisana vicino e inizio a leggere.

La storia è semplice. Due colleghi sono in viaggio per lavoro quando l’auto urta e ferisce una lepre. I due si fermano per capire cosa è accaduto e Vatanen, uno dei due, si addentra nel bosco alla ricerca della lepre ferita, se ne prende cura e… e abbandona la macchina ed il collega per allontanarsi nel bosco con la lepre.

Un pazzo, penserai. No. Qui è il bello. L’uomo non ha un piano o un progetto, non ha deciso di scappare; la vita che conduceva non era brillante ma, come dire, normale, non sembra avesse mai pensato di andarsene e cambiare vita. Ma accade che una lepre attraversi la sua strada e ne diventi compagna inseparabile così che, l’uomo, all’improvviso, si ritrova a condurre una vita diversa. Nessuna decisone: Vatanen accoglie l’imprevisto e si affida agli eventi. Non troviamo nemmeno lampi di coraggio o di forza di volontà particolari, semplicemente un accogliere ciò che è. Vatanen si concede un’opportunità. Semplice!

Mi chiedo anche come sarebbe stata la storia se non fosse capitato l’incidente, se i due non si fossero fermati, se dopo la cura della lepre ognuno fosse ritornato alla propria vita… eppure l’incontro fra l’uomo e la lepre ha un che di magico e irrepetibile: si sono incontrati e i due non sono più stati gli stessi. Vatanen sicuramente no, e mentre lo scrivo rido, perché poi il libro prosegue con avventure e peripezie, ai limiti dell’assurdo e nella lettura anche tu ti ritroverai a sorridere così come a nuotare in un fiume gelato nel recupero di reperti bellici, o impegnato nello spegnimento di un incendio in un bosco. Sostanzialmente la trama del libro è tutta qui, semplice semplice, non accade nulla di fantasmagorico o meglio, accadono un sacco di piccoli eventi ognuno dei quali modifica il corso della storie. Vatanen accetta ciò che accade e si lascia trasportare.

Non pensare a questo protagonista come ad un idiota qualunque: è un uomo che non oppone resistenza a quanto accade e vive, intensamente, gli eventi.

Poi, se riesci e se vuoi, torna alla tua vita ed alla tua storia, ai piccoli eventi ed alle grandi scelte, alle coincidenze –apparentemente- fortuite, agli accadimenti inaspettati, agli incontri che non progettavi ma che sono accaduti e, realmente, ti hanno cambiato profondamente. Magari pensi che la tua vita sia grigia, noiosa, banale, vorresti accadesse l’inaspettato ed il grandioso, pensi le vite degli altri luminose ed eccitanti, migliori della tua. Prova e ricordare tutte le volte che anche tu hai fantasticato una vita diversa, hai pensato di fuggire lontano, sparire, e ricominciare altrove una vita finalmente felice, con tutte le cose che ora ti mancano…

Decine i libri epici e meravigliosi mettono in parola questo sogno-desiderio profondo di cambiare “tutto”, perché nulla è abbastanza, nulla mi soddisfa e il desiderio è praticamente infinito e vivere il presente, solo questo istante, con tutto quello che c’è, sembra troppo poco (o forse troppo difficile!). E così, in movimento perenne, occupato nell’inventario infinito di ciò che non ho, guardo altrove, voglio di più, sogno, immagino, rimugino, invidio…

Vatanen accoglie un microscopico evento, un banale incidente, la cura di una lepre ferita, e la lepre diventa la chiave di volta della vita dell’uomo. Stavo per scrivere, la “nuova” vita dell’uomo. Ma perché nuova? Il protagonista vive e fa delle scelte e, nella metafora, una piccola lepre diventa la sua maestra di vita.

Che ne è del lavoro da giornalista di Vatanen? Della moglie? Delle cose prima dell’incontro con la lepre? Eh beh, non posso dirtelo perché non voglio rovinarti il piacere di questo profondo e divertente libretto.

Però ti auguro, e mi auguro, l’incontro con una lepre e la capacità leggera di saperla seguire.

Buona lettura.

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