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Il silenzio è cosa viva | Chandra Livia Candiani

Al cuore del libro

“Certo, è meraviglioso che accada un miracolo, che riusciamo a vederlo. Ma non è meraviglioso che non accada proprio niente, che possiamo assistere a questo niente e percepirlo e fremere? Non è meraviglioso perdere qualcosa? essere disorientati? Essere delusi? La meraviglia è il vuoto che si apre, la possibilità di aprire le mani e le braccia, il fremito del lasciare andare, dell’abbandonarsi all’assenza di segni, di significati, di salvezze, di alleanze. Niente. Assolutamente niente: aaahhh!”

 

Amico lettore, immagina di avere, ora, davanti a te, uno scrigno pieno di pietre preziose.

Sono tutte brillanti, luminose, bellissime. Tu devi sceglierne una, soltanto una. Allora penserai a quale scegliere, come… per colore? valore? brillantezza? limpidezza? o sceglierai a caso… certo un bel dilemma. Ed è il dilemma che affronto io oggi con questo meraviglioso libro in mano, zeppo di pietre preziose –spunti di riflessione- ma devo scegliere, una sola gemma e condividere con te le mie riflessioni. Vorrei qualcosa di “leggero”, un po’ nel clima delle vacanze, ma anche profondo che possa incuriosirti tanto da andare tu stesso a cercare la tua gemma preziosa.

“Non è meraviglioso che non accada proprio niente?”

Come niente? Ognuno di noi è immerso in un mondo di attese, che accada qualcosa, del pranzo, dello stipendio, dell’appuntamento dal parrucchiere, di un nuovo lavoro, della persona che cambierà il corso della vita, di un figlio, del cambio di stagione, delle ferie, del miracolo che mi porterà certamente la felicità eterna, durevole, stabile… così tanto in attesa di ciò che non c’è da perdere di vista ciò che c’è.

“La meraviglia è il vuoto che si apre, la possibilità di aprire le mani e le braccia, il fremito del lasciare andare, dell’abbandonarsi all’assenza di segni, di significati, di salvezze, di alleanze”. È bellissimo e terrificante allo stesso tempo. Come può essere meraviglioso un “vuoto che si apre”, come si fa ad “abbandonarsi all’assenza di segni”?

Detto così sembra un obiettivo troppo grande, quasi irraggiungibile. Ma si può partire dal poco, dalle cose semplici.

Se puoi, concediti del tempo, anche poco, per non fare assolutamente nulla. Lo so, non sei abituato, nemmeno io, ma puoi provare.

Io ho scelto di stare seduta in giardino, sull’erba, in queste sere d’estate -niente libro sottomano, niente telefono…-, così, a fare niente. L’aria calda del giorno si rinfresca ed odora di erba e fieno e tiglio. Assaporo mille sensazioni, lascio andare i pensieri. Guardo il cielo: mi piace assistere allo spettacolo della luce che si fonde nel buio, in mezzo mille tonalità di colori e di luminosità diverse, e il magico accendersi della luna.

Custodisco il silenzio ma non c’è silenzio: accanto al mio giardino scorre l’acqua nel canale, gli uccelli continuano il loro canto, i grilli in sottofondo. Qualche volta si accendono le lucciole e la memoria corre a me bambina che, con la complicità di mio nonno, costruivo lampade in un barattolo di vetro… lo so, non è ecologico e neppure rispettoso del mondo animale ma mentre ricordo mio nonno correre nell’erba alta con il barattolo in cerca di lucciole per me mi si illumina il cuore.

Non accade niente. Io non faccio niente. Sto semplicemente.

È bello stare in un prato, così, senza uno scopo, senza obiettivi, senza doveri, lasciare liberi i pensieri di vagare ed andare dove vogliono, perdersi nei colori del cielo, godere dell’ultimo scampolo del giorno, curare la lentezza “Certe volte, la lentezza aiuta a contrastare la mente che corre troppo, a invitarla a fare pausa, a intonarla al momento presente.”

Sembra bello e semplice, ma io non sono abituata a farlo e mi rendo conto che ci vuole un po’ di allenamento. Mi è stato insegnato ad occupare il tempo e non a perderlo, ad impegnarmi per raggiungere obiettivi e traguardi e non a lasciare fluire le cose. Quindi, una piccola pausa in giardino non è poca cosa, ma una piccola, semplice pratica del lasciare andare.

In estate questo può essere più facile, siamo nel tempo delle ferie e, come me, ti starai organizzando e pensando a come sfruttare al meglio i tuoi giorni di vacanza. È una cosa bella ma stai attento a non riempirti di impegni. Se ti è possibile ritaglia degli spazi per stare, per non fare niente, per abitare in silenzio un tuo giardino.

“Stare fermi fa conoscere i movimenti della mente. Ci apriamo. Ad accogliere. A non subire. A non interferire. Ad accogliere con fiducia qualsiasi cosa ci capiti. E questo non interferire, che permette il rivelarsi, apre la possibilità della comprensione e dello scioglimento”

Allora, il libro delle vacanze -di scolastica memoria- che ti suggerisco è “Il silenzio è cosa viva” di Chandra Livia Candiani. È un piccolissimo libro da leggere e rileggere più e più volte. Gli spunti di riflessione contenuti in questo libro sono molteplici, profondi, meravigliosi e c’è sicuramente quello in cui ti ritroverai, lo spunto “speciale”, il tuo, quello che più risuona al tuo cuore. E allora, buona caccia al tesoro!

Buona lettura e buone vacanze.

Chandra Livia Candiani, Il silenzio è cosa viva, Einaudi

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